Penso all’eredità culturale che uno si prende e poi, come se l’è presa, pare che l’abbia lasciata. E penso all’eredità genetica, alla cecità della nascita, che appena apri gli occhi, hai già osato troppo. Penso a entrambe e mi capita di confoderle, di fumarci intorno! Poi, però, rido della mia confusione, quando penso che sono io stesso – e nel gene e nel culto – a pensarla continuamente, ossia ciecamente, disperatamente.
il padre infatti è il conflitto di tutte le cose
chi sa se il padre lo sa e se lo sa in questi termini, che presuppongono una situazione di disparità.
sì. bisognerebbe procreare solo per poter avere questo vantaggio su qualcuno
L’acquisiizione, in qualche modo, fa essere, cioè divenire, in una situazione di vantaggio. Il resto, mi pare, sia un gioco di misteri gradualmente disvelati.
Cari, Hidalgo e Califa, la cecità è pertinente dell’ “Unheimlich”. mi ci sono buttato fino in fondo l’anno scorso, quando avrò tempo vi farò parte di alcune cose. intanto un poco di qualcosa c’é qui: http://teatrodellapotenza.jimdo.com/i-ciechi/
Hasta la vista, hermanos.
L’Aedo.
Il più grande cieco di tutti i tempi.
Già qualcosa vi è da cercare nella differenza fra aedi e rapsodi…