L’io cefalgico: “Il giorno della nutria”
Si avverte una strana cacofonia leggendo Il giorno della nutria, romanzo d’esordio di Andrea Zandomeneghi (Tunué, 2019): un ronzio di fondo, un rumore bianco, una sorta di disturbo elettrostatico che procede in sottotraccia alla strana vicenda raccontata, a modo suo, dal protagonista Davide – narratore, dice Zandomeneghi in un’intervista, «ossessivo, minuzioso, cervellotico e camaleontico nel suo imitare i linguaggi specifici (giuridico, filosofico, fenomenologico psichiatrico, farmacologico)» – e la accompagna e non sparisce mai se non, forse, alla fine, quando il…
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