Una nota a matita, quasi illegibile: «Sì, talvolta si soffre, ma è l’unica via d’uscita decente. Basta con i romanzi edonistici, premasticati, con psicologia. Dobbiamo tenderci al massimo, essere voyant, come voleva Rimbaud. Il romanziere edonistico non è che un voyeur. E d’altra parte, basta con le tecniche puramente descrittive, con i romanzi del “comportamento”, mere sceneggiature di film, senza il riscatto dell’immagine».
J. Cortázar, Il gioco del mondo (Rayuela), Cap. 116.
Ed. Einaudi, 2004.
Trad. di Flaviarosa Nicoletti Rossini
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