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Crapula Edizioni

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Cetrioli alla russa

Quando il direttore del mensile culturale, che corteggiavo da due anni, mi telefonò per domandarmi un pezzo su Goffredo Raineri, mi emozionai tanto da dimenticare di chiedergli quale fosse il compenso. Ma era il 1998, e noi addetti ai lavori non eravamo ancora ridotti a dar via nostra madre per un pezzo a tutta pagina ben retribuito. Mi ripromisi di passare in redazione in settimana, l’unica cosa che m’importasse era che Palazzi avesse ripescato il mio curriculum e impegnato il…

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La terra marcia

Questo è il mio ultimo viaggio, mi sono detto mentre compravo il biglietto per il treno. Nella piazza davanti alla stazione ci sono solo i taxi fermi in coda, e i tassisti che dormono sui sedili reclinati. Fuori dai loro finestrini, anche la città sembra più calma; mi è sembrato il momento giusto per partire. Un po’ da vigliacchi, certo, come scappare dal letto di una donna in piena notte, ma indolore. Torno dentro e punto verso il binario. In…

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Per farla finita col giudizio di Eva

Rodion Romanovič conosce Alëna Ivanovna come il male. Il male non si estirpa alla radice, no, nel taglio contagia, nel contagio vince; il male, liberato, tocca tutto, meglio che resti custodito in lei, Alëna Ivanovna, che in sé covandolo trae il bene dallo stesso male facendo solo lei del male. Lizaveta Ivanova, alle spalle, affonda il coltello nel costato santo. Paul vuole prendere Jeanne. Hanno fatto di tutto, amanti scandalosi nei migliori anni dell’amore, a Parigi. Paul ha intenzioni che…

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Cani post-empatici dall’alba al tramonto del terzo millennio
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Totem

Era in ritardo, l’ansia gli aveva attivato la tachicardia e ogni pochi minuti un balzo fuori tempo del muscolo cardiaco; in aggiunta, il pessimo umore. A passo rapido guadagnò posizione rispetto alla signora che era entrata quasi insieme a lui e arrivò primo al totem multimediale che distribuiva i biglietti numerati di prenotazione del posto nella fila. Sullo schermo ampio controllò il settore d’ufficio che interessava il suo caso e sbatté il dito indice con forza sull’icona “Rimborsi”. La signora…

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Forza Toro

Tutto ciò che vediamo o sembriamo non è altro che un sogno in un sogno. Edgar Allan Poe   Lunedì tredici novembre, il primo giorno di visite. Le otto e trenta, la gente sarebbe arrivata dalle nove in poi ma il signor Morella si rigirava ancora nel letto, gli occhi al soffitto, farfugliando frasi incomprensibili. Non era matto lui, no, e di certo non aveva sognato in quella notte che era finita insieme a tutto il resto, nell’oblio del nulla….

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La terrazza. Un orrore

Niente, nemmeno il male che a tutti parlava dentro era nostro. Umberto Fiori 1, Eravamo in qualche modo uniti, nell’attesa sulla terrazza del Capodanno, le nostre madri le più stanche del mondo, mettevamo a turno gli occhiali dello zio ricco che chi si ricorda come si chiama, dicevamo, senza chiamarci noi mai per nome, ci si riconosceva dal tono, se era pacato era il più grande, se era squillante era il più piccolo, eravamo in qualche modo uniti, al freddo,…

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Il gonfiore
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Mi piacciono le chiese

Vabbe’, insomma, mi piacciono le chiese. In che senso?, mi fa. Non lo so in che senso, gli dico. Nel senso che le chiese sono la prima cosa che vado a visitare quando sono in una città nuova. Ti faccio un esempio, guarda. Due o tre anni fa, gli dico, stavo in questa città che ora non ricordo qual è. Camminavo con la mia ragazza. A un certo punto ci trovammo in una via, come dire, una via secondaria, e…

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Uomini volanti

Amos era pronto. Aveva la tipica predisposizione al sesso, ma lasciò che fosse la macchina a scegliere. Maschera. Collegamenti. Allucinogeno. Sbiadire in nero. Si trovava nello spiazzale della ferrovia e camminava tranquillo. Non vi era nulla di diverso da una normale serata di vagabondaggio. L’arrivo di un gruppo di donne accese la curiosità. C’era anche Marcy, una sua vecchia amica a cui era molto legato e di cui  aveva sempre apprezzato il viso pulito dagli occhi enormi. Non era la…

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Autotanatografia di una capuzzella

Napoli, aprile 1656 Sono morta da poche ore. Già mi sento i sorci addosso, famelici e assatanati, a rosicare le membra del corpo che ho avuto in dote per il breve arco della mia vita, appena e malamente interrotta. Ho ancora nelle orecchie lo strazio di mia madre sul mio cadavere in putrefazione, dilaniato dalla pestilenza che mi è toccata in sorte. Un supplizio è stato il mio trapasso, un’agonia durata più di un mese. Altro che Cristo in croce….

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Il crepuscolo degli idoli

Risvegliato da un sussulto del treno, Francesco stropicciò gli occhi insonnoliti e guardò dal finestrino. No, non aveva perso la fermata: il viaggio era ancora lungo. Fuori sfrecciavano i netti profili argentei degli olivi, troncati a tratti dalle brusche oscurità delle gallerie. Francesco ricordava bene quel tragitto, nonostante fossero passati tanti anni. Adesso di fronte a lui sedeva un passeggero sulla sessantina, immerso nella lettura di una cronaca locale. Ancora intorpidito, Francesco passò alcuni istanti a fissarlo. Non aveva lineamenti…

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