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Crapula Edizioni

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L’immortalità dei coccodrilli

Andrea Berselli. Quando ho smesso di giocare ho provato a fare l’allenatore, ma ho accumulato tre retrocessioni dalla B alla C, e dopo non mi ha voluto più nessuno. La tv me la sono giocata quando ho litigato con la D’Amico, per averle dato della poco di buono, sì, proprio così, della «bagascia, perché tu sei come tutte altre», e perché ero incazzato a morte per aver perso tutto su un cavallo che Semola mi aveva dato per sicuro, si…

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Come se ti avessero tagliato una gamba
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Micromenippea #1 – Salvia divinorum

[Salvia, Salvia-combina-guai, su nell’Olimpo felice tu stai; la beniamina di tutti gli dei, sei tu, Salvia, Salvia-combina-guai – Salvia divinorum] Aspiri secco e duro (grazie al Bartolo – venditore e officiante della corretta combustione e assunzione, che lui poi non vuole rotture di cazzo per colpa d’incapaci che non sanno come si fuma e poi pensano di essere stati inculati perché sostanzialmente sono degli idioti – che ha anche caricato il bong con meticolosa ritualità) un braciere di 25x, carbonizzandolo…

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Lisbona e le scaturigini della selva post-esotica
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Nella notte, divorato

Ci sono le vene del collo che pompano decise. C’è questo suono che rimbomba nelle orecchie, più forte di quello del mio respiro affannato. C’è la gola che si torce fin nelle ghiandole e c’è la lingua che è come carta attaccata al palato. C’è una sorta di pneumatismo in tutto questo. Sono nel momento esatto in cui smetto di essere ubriaco e in cui canto per non mettermi a piangere. Cammino, perché ho corso abbastanza. C’è il suono delle…

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Siluetas o le virtù della morte

Era caduta. Nella notte torrida di settembre il corpo sembrava scongelato. Ci sarebbe stata una sagoma per qualche tempo, come nelle sue celebri siluetas. Il sangue l’avrebbero asciugato con la segatura e lavato via con gli idranti. Lui era sceso in mutande. Guardava. Era quello che si aspettava, da almeno un anno a questa parte. La polizia gli fece molte domande. Lui rispose a tutte. Aveva fasci di ricette siglate dallo psichiatra. C’era stato un ricovero in clinica che risaliva…

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La consistenza delle vene

Dovevamo necessariamente raggiungere Śambhala e se non era Śambhala saremmo andati da qualche altra parte, forse a Yahar’Gul o a Loran o nelle desolazioni barocche di Anor Londo. Era pesante ogni movimento, come se radici nere ci attraversassero la carne e i polmoni. Era un complotto contro la nostra stessa esistenza e noi andavamo avanti con gli occhi sbarrati come fanali tossici e con la gola urlavamo e le urla correvano veloci sull’asfalto che puzzava di bagnato. Volevamo sentire la…

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Arrivo in ritardo

La casa di Christian era una spigolosa villetta a due piani con un rettangolo di giardino, uno dei tanti piccoli edifici unifamiliari costruiti in periferia negli anni Settanta, scatolette in muratura nate per accogliere, e presto spegnere, modesti sogni di evasione urbana. Dal retro della casa, senza finestre e foderato di eternit, si poteva ammirare il panorama migliore: la parte ancora verde della valle, fitti boschi di castagno e prati sfrangiati da uliveti. Nelle ventose notti invernali le fronde degli…

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I felpati

In famiglia abbiamo un Natale leggendario, “il Natale che Mimmo cacò sul Presepe”. Tutti gli anni, puntuale come la ricrescita, si abbatte sul pranzo il momento in cui qualcuno, di solito quell’idiota di zio Gino, farfuglia con la bocca piena: «ma quando Mimmo cacò sul Presepe?» Mimmo avvampa. Tutti mi guardano, perché fu deciso – venti, cent’anni fa, non lo so – che sono quella che sa raccontare. Non mi faccio pregare perché tanto non mollano, se non li accontento…

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Letteratura e identità. Ricordo di Vincenzo Testo
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Il destino

[di Archibaldo Wolff; trad. it. di Dario Abrescia] Il tragitto dalla sinagoga a casa era breve, ma questo non aveva impedito alla pioggia battente sulla Breestraat di infradiciargli mantello e cappello. Si lasciò alle spalle la nebbia spessa che sembrava levarsi dal canale e si immerse in quella rarefatta che il paiolo sul fuoco dispensava nella cucina. Il calore improvviso e i pensieri che gli affollavano la mente gli offuscarono gli occhi; fu solo un attimo. Hanna era china sul…

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Sogno iniziatico dello sciamano

[di Mircea Eliade] A.A. Popov racconta quanto segue di uno sciamano dei Samoiedi Avam. Malato di vaiolo, questi restò per tre giorni in stato d’incoscienza, mezzo morto: a tal segno che egli corse il pericolo di esser seppellito il terzo giorno. Durante questo tempo ebbe luogo la sua iniziazione. Egli si ricorda di essere stato condotto in mezzo ad un mare. Là udì la Voce della Malattia (cioè del vaiolo) che gli diceva: «Dai Signori dell’Acqua riceverai il dono dell’arte…

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Farharhar

I. Nomadi I nomadi del Farharhar credono che non esistano cose definitive e fisse, perché le aborrono, e confidano fermamente nell’oblio. Vivono infatti nell’eterna ripetizione del dissimile, in una sequenza illimitata di Cicli incomparabili. Il loro Sovrano siede perennemente al centro esatto della Capitale. Quando muore uno, muore l’altra. Il suo corpo viene allora bruciato, la Capitale distrutta e abbandonata. Una nuova Capitale è fondata altrove, attorno al nuovo Sovrano, perché sia centro e cominciamento del Ciclo successivo. Dall’istante convenzionale…

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