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Crapula Edizioni

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La fontana di Tabiq

Che poi Safik non lo capisce subito che quello è sangue. Lo capisce quando ci scivola sopra, quando prova a rialzarsi e scivola ancora e ci sbatte la faccia e sente l’odore forte, ferroso che gli riempie il naso e la gola, e allora urla e prova ad alzarsi ancora e cade, ancora, e gli viene da vomitare fortissimo e dietro di lui c’è Riassad che prova a tendergli la mano e poi ci cade sopra anche lui e la…

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The river man

Quand’anche tutta la sofferenza o la felicità potessero essere lontane da ogni pensiero di distruzione, […] o più simili alla cattiva coscienza, impiantata nel midollo! Del mio […] – io tremo. Del mio labirinto. Un sorriso e un sussulto. Sulle tue tracce i miei piedi batteranno l’ombra e la notte […] – infatti su quel piede ballo e salto la danza del deserto […] e una passeggiata nel deserto. Infatti anche sulle mani ho imparato a camminare. […] e saprai anche…

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Anita
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Matthew

Scendeva gli scalini a tre alla volta e pensava che doveva essere stata la primavera. Le fottute stagioni ne sono capaci, concluse all’ultima terna di gradini dell’ultima rampa. La primavera era riuscita a farsi strada attraverso le polveri impalpabili della vetreria all’angolo e il fumo degli scappamenti, era scampata alla guerra religiosa che l’aroma di cucina bengalese che risaliva per la tromba delle scale combatteva contro quello di erba pakistana che si sfaldava sulle pareti scrostate dell’appartamento raddensandosi sul soffitto,…

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La gatta. Cronache di guerra

Il fatto è che quando mi sveglio la prima cosa la vedo lì acciambellata fuori dalle coperte con nemmeno dieci gradi, un freddo non freddissimo ma degno di piumone. E poi lei è donna, le donne hanno sempre più freddo. Sono le nove di una domenica di dicembre, lei si è sempre svegliata prima di me: dorme. Le accarezzo la schiena nuda, premo sulle vertebre perché mi piace, lei apre gli occhi a metà poi li richiude e infine sculetta….

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Sette piccole tragedie inutili

Una ragione per esistere Personaggi: UN FEDELE DISGRAZIATO GESÙ La scena si svolge nel parcheggio di un discount. Orario di chiusura, è sera e comincia a calare la temperatura. I cassonetti sono pieni degli scarti di roba invenduta e scaduta. UN FEDELE DISGRAZIATO (piangendo, rovista tra i rifiuti nell’affannata ricerca di cibo e di indumenti spessi da indossare per l’arrivo del freddo invernale): Che miseria la vita! Quanta disgrazia ho attraversato! Ed ora sono ridotto sul lastrico, senza cibo e…

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Caro Gesù. Storia della mia cattiveria
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Per farla finita col giudizio di Eva
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Crapula Edizioni

El miedo

Quando Claudia tornò a Buenos Aires per dare alla luce Dalma capii cosa significava essere nervoso. Ma quella notte, la notte prima della finale contro la Germania Ovest [Argentina-Germania Ovest, 29 giugno 1986], non riuscivo a dormire. Non mi era mai capitato prima, e non mi sarebbe più successo dopo: il calcio non mi ha mai creato nervosismo… Perché mai avrei dovuto essere nervoso se io sapevo sempre quello che dovevo fare? Il calcio è facile: o tu dribbli l’avversario…

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11 Gennaio 2019
Il gonfiore
7 Dicembre 2018
Il messaggero
23 Novembre 2018
Crapula Edizioni, Filologicon Crapula, letteratura e altri buchi, Lupus in Crapula

Il Contatore

Disclaimer: questo articolo non è scritto da Alfredo Zucchi (AZ), impegnato nella venerazione obliqua del baccalà; l’autore non è Antonio Russo De Vivo (ARDV), disperso nel dark-web; non è vergato da Andrea Zandomeneghi (ZA), il quale è impegnato nella lettura propedeutica di Giovanni Duns Scoto; né scrive Luca Mignola (LM), il suo ghost-writer si è licenziato. *** Chiamatemi il Contatore. Vivo esclusivamente del calcolo percentuale delle visite, dei clic, delle statistiche sulla permanenza dell’utente sulla pagina che sta visitando o…

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L’aureola

Se vogliamo essere strumenti nelle mani di nostro Padre celeste, per realizzare i Suoi eterni propositi, dobbiamo soltanto restare buoni amici, aveva intenzione di dirgli. Oppure: sono qui per te, per curarti. Per amarti come una madre ama il figlio. Come un’amica si prende cura del suo compagno di giochi. Non è certa. I discorsi costruiti suonano falsi. L’aria nella stanza si è surriscaldata, socchiude la porta esterna per non soffocare. Ha comprato la legna dal distributore del posto, un…

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Il soggetto

Era sicuramente già sera, ad ogni modo era già buio da un pezzo, essendo novembre, quando si aprì la porta della stanza accanto; l’affittacamere sgusciò dentro per girare l’interruttore della luce e il medico la seguì. Il malato si stupì di quanto poco egli fosse malato o di quanto poco la malattia lo menomasse, visto che riconobbe benissimo quelli che entravano, non mancava nessuna delle loro caratteristiche ben note, anzi, neppure quelle che di solito suscitavano in lui un senso…

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Ettore versus Lopez

Era sotto una soffice coperta blu. Nel sogno qualcuno gli strofinava un mandarino sotto il naso. La faccia, prima indistinta, diventava quella di Norina che gli dava dell’ubriacone e lo rimproverava dei tradimenti. Poi i mandarini si materializzavano ovunque: tra le lenzuola, sul tappetino vicino al letto, spiaccicati al muro, a terra in corridoio, con le bucce schiacciate e il succo arancione che si spargeva a macchia d’olio. Ettore Lupo si svegliò con la nausea. Gli facevano male i muscoli,…

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