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F. Kafka – Lettere a Milena, p18

[Praga, 9 luglio 1920] Venerdì Solo due parole sulla lettera di Staša. Lo zio, di solito molto caro ma adesso un po’ scocciante, mi sta aspettando. Dunque, la lettera di Staša è molto gentile e cordiale, certo, ma le manca qualcosa, una mancanza piccola e forse solo formale (con ciò non intendo dire che le lettere sarebbero più cordiali senza questa mancanza, anzi forse il contrario), c’è però qualcosa che manca o è di troppo, magari è la facoltà di…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p17

[Praga, 9 luglio 1920] Venerdì Scrivere mi pare completamente insignificante, e lo è davvero[1]. Probabilmente la cosa migliore sarebbe venire a Vienna e portarti via, magari lo faccio, pure se tu non vuoi. In realtà ci sono solo due possibilità, una più bella dell’altra, o tu vieni a Praga o a Libešic. Diffidente, alla vecchia maniera ebraica, ieri mi sono avvicinato a Jílovský[2], poco prima della partenza per Libešic l’ho beccato, aveva lui la tua lettera per Staša. È un…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p16

[Praga, 4 luglio 1920] Domenica Oggi[1], Milena, Milena, Milena… non riesco a scrivere altro. Invece sì. Dunque, oggi, Milena, seppur in fretta, con stanchezza e non-presenza (quest’ultima, peraltro, anche domani). Come si potrebbe non esser stanchi, si promette a un malato un quarto di anno di vacanza e gli si danno quattro giorni[2] e del martedì e della domenica si ha solo un pezzetto e anche le sere e le mattine vanno ritagliate. Non ho ragione a non esser guarito…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p15

[Biglietto, timbro postale: Vienna, 29/06/1920] [Indirizzato a:] M. Jesenská Vienna VIII Fermoposta Ufficio postale Bennogasse- Josefstädterstraße [Mittente:] Dr. Kafka Hotel Riva Martedì, ore 10 Probabilmente la lettera[1] non arriverà entro le 12 o meglio quasi di certo, sono già le 10. Quindi direttamente domani, forse va bene così, perché io sono a Vienna, siedo in un caffè alla stazione Sud (che razza di cacao, che pasticcini sono questi! Vivi così?) ma non sono ancora del tutto qui, per due notti…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p14

[Merano, 21 giugno 1920] Lunedì Tu hai ragione[1]: quando adesso – purtroppo ho ricevuto le lettere di sera tardi e domattina voglio fare una piccola gita a Bolzano con l’ingegnere – ho letto il rimprovero per quel “bimbetta”, mi sono detto per davvero: basta così, queste lettere puoi anche non leggerle oggi, devi pur dormire un po’ se domattina vuoi fare la gita. E ci è voluto un po’ prima che ricominciassi a leggere e a capire e la tensione…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p13

[Merano, 12 giugno 1920] ancora sabato Queste lettere[1] che si incrociano e si scontrano devono finire, Milena, ci fanno diventare pazzi: non si sa mai che cosa hai scritto, a cosa stai ricevendo risposta e tremi sempre, come che sia. Comprendo bene il tuo ceco, sento persino la risata, ma nelle tue lettere mi sotterro sempre tra parola e risata, poi sento solo la parola che inoltre è anche la mia essenza: angoscia. Non riesco a rendermi conto se tu…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p12

[Merano, 11 giugno 1920] Venerdì Si riuscirà mai a raddrizzare un po’ questo mondo alla rovescia, una volta per tutte?[1] Di giorno uno va in giro con la testa bruciata – qui ci sono ovunque rovine così belle sulle montagne che quasi uno crede che diventerà altrettanto bello –, ma a letto, invece del sonno, vengono i pensieri migliori. Per esempio, oggi ho pensato, per completare la proposta di ieri, che per l’estate lei potrebbe stare da Staša, che si…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p11

[Merano, 2 giugno 1920] Mercoledì Le due lettere[1] sono arrivate insieme a mezzogiorno; non sono lì per essere lette ma per essere spiegate, per affondarci il viso e perderci la testa. Ma adesso sembra che sia un bene averla quasi perduta, perché così si riesce a tenere insieme il resto il più a lungo possibile. E a tal proposito, i miei 38 anni da giudeo, a confronto con i suoi 24 da cristiana, dicono: Come sarebbe? E dove sono le…

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Gottfried Wolfgang

La vita non è che il sogno di un’ombra. Pindaro   TONY: Ti dirò di più, è stato catturato un pesce, Un pesce mostruoso, con una spada sul fianco, una lunga spada. Un’asta al braccio e una pistola al naso, un’enorme pistola, E lettere dell’albero alla sua bocca dal duca di Firenze. CLEANTHES: Questa è una mostruosa bugia.  TONY: Lo confesso. Pensi che ti abbia detto la verità? Fletcher, Wife for a Month   I  Mi trovavo da diverso tempo…

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Champavert, il licantropo

PARIGI Perché la società non è che un brago fetente Il cui fondo, certo, è uno e puro e lucente, Ma ciò che si vede di più sporco, di più Velenoso e pestifero, viene sempre da su! Ed è una vergogna! È un guazzabuglio di erbe Gialle, di aride canne sbocciate in gerbe, Tronchi marci, funghi squarciati e inverditi, Arbusti spinosi incrociati e impazziti, Fango verde, schiumoso e brulicante di insetti, Di rospi e di vermi, che in solchi infetti…

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