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letteratura e altri buchi

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Bovarismi

 il libro che avrei scritto era quello che ora stavo vivendo   Lo scorso settembre 2013 la televisione pubblica argentina propone uno strano format: una via di mezzo tra una monografia televisiva e un talk-show sulla figura di Jorge Luis Borges, controverso idolo nazionale quasi come Diego Maradona. Il programma si chiama Borges por Piglia, e nel ruolo di narratore, filologo e deus ex machina c’è Ricardo Piglia. In una delle puntate centrali della trasmissione, Piglia racconta il suo primo…

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Crapula Edizioni, Filologicon Crapula, Internacional, letteratura e altri buchi, Lupus in Crapula

Ô Metis IV, Forme brevi

Scarica il pdf  di Ô Metis IV, Forme brevi, o leggilo su Issuu. Siamo arrivati a 4. Forme brevi ha a cuore la forma racconto, ma non solo. Il discorso parte da lì per abbracciare il frammento, la brevitas stilistica, la tensione tra la forma letteraria estesa e quella breve, le prospettive aperte dallo sviluppo dei nuovi supporti digitali. Ô Metis IV contiene traduzioni, saggi e racconti. Inoltre, ospita un dossier monografico su Ricardo Piglia, l’autore argentino di Formas breves e Respirazione artificiale. Proprio…

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Samuel Beckett, Molloy o del penultimo

C’è qualcosa che leggendo Molloy[1] di Samuel Beckett mi porta verso L’ultimo lettore[2] di Ricardo Piglia: il rapporto tra chi è ultimo e penultimo, ossia tra lettore e scrittore. Tenendo presenti due cose: la parola penultimo in Beckett è una chiave di volta, un modo per entrare dentro il senso della sua opera; per Piglia la parola ultimo identifica il ruolo che svolge il lettore nel lungo processo che porta dalla scrittura alla decifratura del messaggio, che può avvenire secondo…

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Bagliori estremi e microletteratura ai tempi del web 2.0

[Questo articolo è stato pubblicato in Ô Metis di CrapulaClub, numero IV, Forme brevi, novembre 2014, pp. 44-47] La narrativa ai tempi dei social network si presterebbe alla brevità, alla miniatura. Giulio Ferroni, in Scritture a perdere. La letteratura negli anni zero, diceva “a me sembra che la forma ‛breve’ del racconto, guardato spesso con sospetto dagli editori, sia oggi la più adatta a toccare la frammentarietà e la pluralità dell’esperienza, a scavarne il senso con tensione linguistica ed espressiva”…

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un altro tipo di foglio bianco

Mi è successa una cosa strana. Lavoro da un mese all’ultimo capitolo del progetto di romanzo che ha cominciato a farsi strada circa quattro anni fa. Il riposo di agosto e l’approssimarsi del traguardo mi hanno messo addosso un bella tensione performativa, un’ingordigia di finire. Guardandomi indietro, pare che le prime pagine di questo capitolo si siano scritte da sole – tanta era la voglia di arrivare là. Poi mi è successo di mischiare la scrittura con delle letture –…

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Barrett

Non parlo dei Pink Floyd. Non parlo di Cambridge. Non parlo degli anni Sessanta. Non è una cosa sul rock psichedelico, sull’acido lisergico o sulla schizofrenia – reale, presunta, evidente, mai accertata. Non si tratta dello scantinato e non si tratta del pifferaio. Diamante pazzo è solo una metafora, come lo è la storia degli occhi opachi e il cliché dei buchi neri. Ho appena finito Rosso Floyd ed è evidente che la cosa nasce da lì. È  chiaro anche…

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summer school di indiretto libero da Mister K.

Fra qualche giorno vado in vacanza. Mi devo svuotare. Quest’anno, da settembre a luglio, per la prima volta ho fatto due lavori: quello per i soldi e quello per – per qualcos’altro in cui c’entrano i soldi ma in modo decisamente secondario. Il secondo, un romanzo, non è una necessità economica, è in parte un investimento, è soprattutto una necessità biologica, un dovere. Senza i fiotti di metonimia che ne scaturiscono non posso vivere. Quest’anno per la prima volta ho…

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Io non vedo niente (III)

È da circa un anno che sono alla ricerca di una nuova formula, per questo aforisma brevissimo, filo rosso di almeno due secoli di pensiero letterario e scientifico. In fondo la mia ricerca di altri modi di dire “io non vedo niente” è volta soprattutto alla letteratura: in Antonio Moresco, nei Canti del Caos, ho trovato un accenno di ciò che non vedevo altrove. Anche Il gioco del mondo di Julio Cortázar contiene – in un’altra versione – un modo…

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Pane e circo: epistemologia del pallone

Poi dicono che qua a Crapula siamo astrusi, sempre astratti, ogni tanto fecali, mai popolari. E invece col cazzo. Pane e circo è tutto quello che siamo. Breve analisi tattica pre-mondiale Dato che questa vuole essere un’analisi breve, soprattutto per venire incontro alle mie capacità di concentrazione e alla mia indomita voglia di fare, vorrei, assegnandomi un contesto, partire da una conferenza stampa pre-mondiale di Cesare Prandelli, e sviluppare, limitatamente ad alcune sue dichiarazioni, una serie di considerazioni che mi…

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lo sclero circolare

In occasione della ripubblicazione, da parte di Adelphi, dei Detective selvaggi di Roberto Bolaño voglio rendere omaggio a un libro che mi ha aperto la testa. Nel mondo ispanofono si tende a dire che Bolaño rappresenti la chiusura di un discorso, la coda del Ventesimo secolo; peggio, si dice che rappresenti un caso, un caso isolato. Bolaño fa scuola a sé, è un mostro, non apre una tradizione, la chiude (se la apre e se la chiude). Non mi pare….

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