La risposta è…
Come se non sapessimo che ci muoviamo verso un luogo, che è tanto passaggio, quanto presa di posizione, tanto buco, quanto vertigine. Lo sappiamo, ce lo diciamo e, pure, ce ne vogliamo convincere.
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Come se non sapessimo che ci muoviamo verso un luogo, che è tanto passaggio, quanto presa di posizione, tanto buco, quanto vertigine. Lo sappiamo, ce lo diciamo e, pure, ce ne vogliamo convincere.
Leggi tuttoVoi sapete cos’è la stanchezza? E non ditemi che inizio sempre con le domande, perché è l’unica maniera che conosco. Tutti questi crapuli, come vogliono che io stesso li chiami, mi hanno imposto – Agathe su tutti – di lasciarli un po’ in pace. Vogliono diffondere adesso, far viaggiare O Metis nel grande calderone a rete della Rete. Andate, disperdetevi, ma quanto basta! Misura, muscoli e tecnica. Mi hanno chiesto formalmente una tregua. Quijano – cui la malinconia talvolta strappa…
Leggi tutto[bang!] Appunto. Se fossimo come piante, tenteremmo l’estensione verso il cielo. Sarebbe, quindi, caduta e scalata e viceversa. Resta che se fossimo piante, saremmo piante e basta. Ma siamo uomini farciti di pensieri. Da quando ho letto in Lettere a nessuno di A. Moresco che il carattere dell’opera che si scolpisce nello spaziotempo è la verticalità, ci sono momenti in cui non riesco a pensare a nient’altro. E non ho potuto fare a meno di cercarmi un paragone fuori…
Leggi tuttoOnd’elli ancora: «Or dì: sarebbe il peggio Per l’uomo in terra, se non fosse cive?». «Sì,» rispuos’io; e qui ragione non cheggio. Dante, Paradiso, Canto VIII vv 115-117 Date una guerra all’uomo, e vi sarà grato che gli avrete concesso di uccidere i proprio simili. La città immondizia. Un uomo dice ad un altro uomo che la città è una merda. L’altro uomo gli risponde: «Sono un coprofago!» In rime sparse. Vincolo di casualità – guerra (polemica) – entropia. In…
Leggi tuttoMartedì 24 settembre, per la prima volta, ci siamo fatti vivi in un luogo senza pixel. Non è cosa da niente, diventare corpo – non lo è soprattutto nel caso di un progetto come questo: siamo al limite della dicibilità, lo sappiamo e ce ne vantiamo. Lo sforzo di farsi capire (presentando non solo il secondo numero della rivista, ma il progetto crapula in generale) è stato, da parte nostra, ingente. Troppa carne al fuoco, forse – ma carne organica,…
Leggi tuttoInsieme al secondo numero, a voi un mini spot. Anywhere is everywhere! O Metis n.2, Teaser of crapula club magazine by crapulaclub.wordpress.com, motion & graphic design by Chiara Perrone from Claritazita on Vimeo.
Leggi tuttoCome già detto altrove, il secondo numero di O Metis inaugura varie cose – tra queste, un tema o filo rosso a legare i testi. La seconda copertina, d’ora in poi, sarà amorosamente dedicata a tale filo rosso.
Leggi tutto«Era una liberazione, essere finalmente fuori di me: da viva passavo troppo tempo dentro di me, segregata nel freddo monolocale del mio cervello». Viola Di Grado, Cuore cavo, edizioni eo
Leggi tuttoLa nostra linea di diffusione, condivisione, tutta in un epigramma.
Leggi tutto“I figli, si sa, quando crescono dimenticano”. Ripesco un vecchio testo, perché si parla, là dentro, di sfrontatezza (–> cazzimma –> Metis) e dei suoi limiti. Tali limiti, infatti, sono il cuore stesso del secondo numero della rivista. Colgo anche l’occasione per annunciare un’operazione di raccolta di tutti i testi tangenziali al secondo numero della rivista (collegati, correlati, espunti, scolii e via digredendo) in un unico contenitore (Parerga e Paralipomena, appunto). A breve
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