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Lupus in Crapula

Lupus in Crapula

Gratia plena: il poeta.

E’ un artista di quelli che piacciono a me, modesto nei suoi bisogni: vuole veramente solo due cose, il suo pane e la sua arte – panem et Circen.  (F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, aforisma 17) “Crea la poesia e ama?” si chede il traditore. “Per me – sono i miei inconciliabili“ Il tecnino, per cui non vale più l’aggettivo retorico, parla, dice: “Diffido di coloro che vedono “il bello dovunque”. Questa è – un’altra incapacità dialettica. Le argomentazioni…” ……

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Lupus in Crapula

Gratia plena o sulla fiducia

L’altra notte – non saprei dirvi il giorno esatto – mentre parlavo del mio malumore donchisciottesco, ho tratto una considerazione che mi da ancora ora del filo da torcere, un nodo da stringere. La ricopio così come l’ho appuntata nuda e cruda. Si dice: da soli si sprecano molte energie nervose per tenersi in buona compagnia di sè stessi, ed è così facile ammettere la solitudine che la buona compagnia… ma poi le energie stesse, i desideri, il corpo e…

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Écrasez l’infame!

      Ecce homo, di F. Nietzsche: uno dei libri più pericolosi che l’Occidente conservi. Perché è pericoloso? Semplice: è un gioco di specchi, di maschere. Qui ci si inventa illusionisti, ci si imbatte nell’inganno dell’Io (e la psicologia ringrazia o dovrebbe farlo, ‘sta stronza!). Qui l’uomo nasce di nuovo, diventa novecentesco (bisognerà attendere ancora qualche altro decennio dalla pubblicazione del libro, ma hic et nunc accade la fecondazione). Insomma, senza Ecce homo di che cosa si sarebbero fregiati…

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Cave Canem: per un ripensamento
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Lupus in Crapula

La voce del maestro

Stamattina ho trovato un biglietto sulla mia scrivania. “Chi è venuto a farmi visita?” mi sono chiesto, ero solo e lo sono, nella mi Ispania immaginaria. Era il mio maestro. Chi sa da dove è giunto, di nuovo, perché a volte lo cerco, altre volte lo rinnego, eppure le sue parole sono le più amichevoli e le più pericolose. E io le amo. Ascoltate cosa dice: Fratello, vuoi andare nella solitudine? Vuoi cercare la via verso te stesso? Indugia ancora…

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campo di grano con volo di corvi
Lupus in Crapula

Cave canem: del dolore.

Esiste una gloria che scaturisce dalla gioia, dalla schiusa del dolore – immaginate che un qualsiasi dolore sia come un uovo – e questa tutta aperta al mondo, per sovrabbondanza di esperienza (inganno e disinganno)*, diviene agone, sfida, azzardo. Ineludibilmente, tenderà alla vittoria. Esiste – poiché la vittoria è un ritorno,  omericamente – un’altra gloria che, data l’occasione e il luogo (e il tempo), si può chiamare cinica, mordace – una sorta di vis comica pe’ nun me murì! Questa…

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Frammenti (1)
21 Ottobre 2013
Lupus in Crapula

Cave canem – Sulla solitudine

Torre Annunziata, paese di circa 40.000 abitanti, alla falde del Vesuvio, situato in una piccola conca, nota già agli antichi come “Ventre di vacca” per il clima piacevole (non troppo vento nè troppa pioggia), adagiata sul mare nel golfo di Napoli. Nessuna libreria! … neque ullam spem aut condicionem pacis adferre, ad reliquam cogitationem belli sese recepit. (Caes. De bello civili, III – 17, 6)* Sul nostro io? Sul nostro noi al massimo e per concessione. Individualismo moderno: l’uomo solo,…

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Quoque tu! (divagazione)

Io, da bambino, ero un jordaniano assoluto – ero anche un fottuto idealista! In quegli anni Air era imbattibile. Era già leggenda, ogni suo punto aggiungeva più gloria alla gloria già conquistata. Io pensavo che non ci sarebbe stato mai nessuno come lui. Sognavo. Poi un giorno (avevo quattordici anni) ho visto un ragazzo appena giunto nella NBA dalla high school, cresciuto in Italia – si legga: fondamentali più allenati rispetto agli americani – che a diciotto anni osava sfidare…

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Cave canem – miscellanea et infamia

• Più leggo Antonio Moresco più è chiaro che, senza l’apertura enorme che questi ha messo a disposizione, Massimiliano Parente non sarebbe più di un Aldo Busi – al contrario, sarebbe un Aldo Busi senza Platinette. • C’è un Dostoievski del XX secolo: Friederich Dürrenmatt, svizzero. Denso, profondo – ma quant’è dura la legge del protos euretes (c’è chi lo dice prima e chi lo dice dopo; chi lo dice dopo non solo viene dopo, ma puzza irrimediabilmente di ridicolo)….

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Sapore d’Italia

Qualche giorno fa il compagno Fharidi mi scrive per farmi notare un parallelismo musicale: “hai notato che Sapore di sale di Gino Paoli ha la stessa struttura dell’inno di Mameli?”. No, in effetti non ci avevo mai pensato, anche perchè nè l’una nè l’altra canzone rientrano nei miei ascolti abitudinari. Fahridi continua dicendo: “E se provassimo a inveritrle? Si, senza se nè ma!”. Allora io, nella mia Spagna post-borbonica, e lui, l’arabo di El Andalus, ci siamo attrezzati con quello…

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Edizioni Critiche Crapula: Ancor ch’Amor s’appressasse

Nella collana Edizioni Critiche Crapula (ECC da qui in poi) presentiamo un testo il cui ritovamento ai piedi di un sentiero senza sbocco ha fatto la felicità dei nostri filologi qui in Crapula. Dal manoscritto L’arme de lo core ecco dunque Ancor ch’Amor s’appressasse Ancor ch’Amor s’appressasse, lo poeta fiorentino[1], arma bianca fra le cosce e varicata, mostròssi a la musa ignuda, mentr’ella s’inventava a gaudio lo novo stile del sonetto: la man destra azzuppava ad abbeverarsi nel culetto[2]. O sogni di…

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