Il nostro Corso, dopo varie consultazioni, d’ora in avanti una ha sede sua propria. La pagina virtuale, come ogni altra cosa oggi, è l’immagine di qualcosa di reale: di una strada, di un locale umido d’inverno e afoso d’estate, dove ci si riunisce a parlare di letteratura. Sì, capiamo che c’è timore verso questi luoghi, ma c’è di peggio. Dunque, l’indirizzo per chi voglia partecipare alle ripetizioni e alla seconda parte del Corso è il seguente: via Giardino Quadrato del Medo (MSG) 61, Vacca Pezzata.
Modus operandi. Le lezioni verranno aggiunte in post singoli sulla homepage, e poi, una volta compiuto il ciclo di dieci lezioni sarà riportata qui, per tutto il resto dei suoi secoli. La pagina servirà come riepilogo e ripetizione e ossessione. D’altronde ciò che non ossessiona non entra né viene fuori né sta sospeso in letteratura. Semplicemente non è. (Tutti contenuti del WC sono raccolti sotto la categoria Writing Curse: menu principale>blog>writing curse).
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Veniamo al Corso.
– La prima parte, come si è visto e letto, si chiama Writing Curse. Perché Curse? Per affinità con la parola italiana corso (una via larga e importante) e per il suo significato di maledizione – “la noia rende la tua anima crudele” ha scritto Charles Roi d’Enfer. La prima parte, dunque, ha trattato di segni o strutture, di ciò che fa dannare lo scrittore, il quale non vorrebbe avere a che fare con certe cose, anche se qualcuno gli ha detto che senza quelle (le strutture, le grammatiche etc… ), insomma senza la gabbia e la sua puzza di rancido, non c’è libertà (o piuttosto liberazione?).
Questi i link alle 10 lezioni: 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 10.
– La seconda parte dal nome più che suggestivo di Extreme Writing Curse – l’etimologia è semplice e comprensibile. Nient’altro se ne può dire per il momento.
WRITING CURSE: Ciò che rimane dei segni