Questo è un approfondimento sul racconto come forma letteraria, e sul fantastico come genere – un approfondimento sull’asse della letteratura latinoamericana. L’ossessione guida la coppia Mignola-Zucchi in questi luoghi da anni ormai, noi possiamo solo assecondarla. Ad accompagnarli in questa discesa: Carlos Dámaso Martínez, Norberto Luis Romero, Livio Santoro e Dajana Morelli (oltre agli spettri ormai immancabili di Pierre Menard e Loris Tassi).
Il dossier si articola intorno a due articoli di taglio saggistico (Il sequestro del lettore e Derive del racconto breve e fantastico), due racconti inediti (Farharhar di Livio Santoro e La cattura di Norberto Luis Romero) e un’intervista a Carlos Dámaso Martínez. Questo è lo scheletro:
Il sequestro del lettore
di Alfredo Zucchi
Il sequestro del lettore di cui scrive Cortázar non riguarda solo la sospensione dell’incredulità (come ad esempio in un racconto fantastico) ma un vero e proprio transfert del lettore in un ambiente separato, arbitrario: una prigione al cui interno non vige altro se non le leggi del racconto, le cui pareti sono il racconto stesso. C’è violenza e imposizione in questo processo. Per operare quest’azione da guerriglia, il racconto deve agire come un’unità conchiusa, coesa e aggressiva. Non temere di commettere illeciti, né farsi troppe cure dei diritti del sequestrato. C’è sempre tempo – troppo, secondo alcuni – per rimettersi, per guarire e tornare nel mondo della mediazione, del calcolo e dell’adeguamento dell’intelletto alle cose: il racconto perfetto è un sogno. Continua a leggere
Cos’è il reale? – Intervista a Carlos Dámaso Martínez
di Alfredo Zucchi e Luca Mignola
AZ: Tra gli elementi che contribuiscono a creare quella membrana comune tra i racconti a cui mi riferivo sopra, mi pare ci sia, da parte tua, un’idea ben chiara, una poetica precisa del fantastico. Ti chiedo allora: cos’è il fantastico? E – forse questa è la chiave di tutto – come si producono i suoi effetti in un racconto?
CDM: Il fantastico per me è principalmente quello che dice Rosemary Jackson nel suo Il fantastico. La letteratura della trasgressione (Pironti, 1986), quando segnala che ogni testo fantastico pone un enigma, e la base di quest’enigma è, nella narrazione, lo sviluppo di una storia in cui ci si trova in presenza di eventi inesplicabili, in generale ambigui e indeterminati, che provocano turbamento nel lettore e soprattutto provocano la domanda incessante: cos’è il reale? Continua a leggere
La cattura
di Norberto Luis Romero, traduzione di Dajana Morelli
Grazie a Dio le donne e i bambini si sono calmati da un paio d’ore; da quando sono riusciti a liberarsi, con molta fatica, del corpo del vecchio, tirandolo da un finestrino. Le grida mi facevano saltare i nervi.
Alcuni si sono addormentati, vinti dalla stanchezza e dalla fame; altri, i disperati e irritabili, restano pensierosi o inquieti, come bestie in gabbia, immaginando il modo di fuggire, o semplicemente, una spiegazione logica.
Non esiste tale spiegazione. Continua a leggere
Farharhar
di Livio Santoro
I nomadi del Farharhar credono che non esistano cose definitive e fisse, perché le aborrono, e confidano fermamente nell’oblio. Vivono infatti nell’eterna ripetizione del dissimile, in una sequenza illimitata di Cicli incomparabili. Il loro Sovrano siede perennemente al centro esatto della Capitale. Quando muore uno, muore l’altra. Il suo corpo viene allora bruciato, la Capitale distrutta e abbandonata. Una nuova Capitale è fondata altrove, attorno al nuovo Sovrano, perché sia centro e cominciamento del Ciclo successivo. Continua a leggere
Derive del racconto breve e fantastico
di Luca Mignola
Che cos’è un racconto fantastico? Non possedendo una risposta che possa circoscrivere i limiti narrativi, linguistici e poetici del genere, ho deciso di seguirne alcuni sviluppi tradotti, dedotti o intuiti dalle opere di scrittori di racconti, che consentono di poterne seguire le linee di deriva, per invenire lungo quel percorso, il quale più che definire il genere lo attraversa e continuamente lo supera e lo inventa. Continua a leggere
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In copertina: Borges sdoppiato guarda un gatto rovesciato con schizzi di giallo, di Nicola di Marco.