Tema dell’esercizio: come incorrere in una situazione paradossale ovvero “la storia stessa è la manipolazione retrospettiva dei mondi possibili”.
Problema: qualora si scrivesse un racconto in cui il contesto fosse solo e tanto la ripetizione delle leggi che regolano o hanno regolato il “mondo reale”, questo non sarebbe un racconto fantastico, ma esclusivamente storico. Ciò comporterebbe la presenza dell’antitesi irremovibile tra male e bene, tra reale e fittizio, immaginato e accaduto. Attraverso questa polarizzazione si arriva a una domanda subliminale: perché l’uomo continua a sbattersi qua dentro – nel cervello[1] – pur consapevole che il male non esiste, esiste soltanto il pensiero del male?
Svolgimento dell’esercizio.
Racconto storico: Comunque sia, nell’estate del 1940, quando l’attività migratoria era in stasi completa, Eichmann fu incaricato di preparare un piano dettagliato per l’evacuazione di quattro milioni di ebrei e il loro trasporto nel Madagascar. Quando, un anno più tardi, il progetto del Madagascar fu dichiarato “superato”, tutti erano psicologicamente o meglio razionalmente preparati al passo successivo: dato che non esisteva un territorio in cui “evacuare” gli ebrei, l’unica “soluzione” era lo sterminio.
Eichmann e alcuni luminari minori, per quanto numerosi e addestrati e zelanti, restavano sempre un passo indietro al Führer.
Racconto fantastico: Comunque sia, nell’estate del 1940, quando l’attività migratoria era in stasi completa (fummo noi a forgiarla, noi che ora siamo le sue vittime), R*eichmann (asterisco: eccezione eccezionale) fu incaricato di preparare un piano dettagliato per l’evacuazione di quattro milioni di elpei e il loro trasporto nel Madagascar. Quando, un anno più tardi, il progetto del Madagascar fu dichiarato “superato”, tutti erano psicologicamente o meglio metafisicamente preparati al passo successivo: quel che importa è che domini la violenza, non la servile virtù cristiana (fu il diktat di Berlino), e dato che non esisteva un territorio in cui “evacuare” gli elpei, l’unica “soluzione” era lo sterminio, ovvero se la vittoria e l’ingiustizia e la felicità non sono per la Germania, siano per altri popoli, fu la benedizione del VVy’hlel.
R*eichmann (asterisco: eccezione eccezionale) e alcuni luminari minori, per quanto numerosi e addestrati e zelanti, restavano sempre un passo indietro al VVy’hlel.
Divisione K del Commando Interpolazioni
Apparato di sabotaggio
[1] In sintesi, il cervello ha un compito, pervenire alla conoscenza del mondo, ma nello svolgimento di questo compito incontra un ostacolo, il fatto cioè che, per conseguire tale conoscenza, deve estrarre informazioni sugli aspetti essenziali, costanti del nostro universo visivo a partire da una massa di dati in continuo cambiamento. […] La funzione dell’arte consiste dunque nella ricerca di costanti, e in questo senso va considerata come un’estensione della principale funzione svolta dal cervello, acquisire conoscenza in un mondo in continuo mutamento, per sabotarlo. Zaril Sekki “La visione dall’occhiello”