ETNOGRAFIA ESISTENZIALE IN 4 MOVIMENTI
Riprovevoli fantasticherie (dietro la porta del cesso) di uomini del nostro tempo
cum ecce crepusculum
et nox provecta
et nox altior
et dein concubia altiora
et iam nox intempesta
Apuleio, Le metamorfosi, II, 25
caldum meiere et frigidum potare
Petronio, Satyricon, LXVII
2. Etnologia dell’intellettualismo. Saverio Bolso e compagna
scrivere come Sarah-Kane-porca-puttana questo bisognerebbe fare e sbattere in faccia a questo mondo doloroso tutta la ferocia di cui siamo capaci e poi starcene lì rannicchiati e raggomitolati a raccontare con la lentezza dovuta e necessaria che strappare ad ogni persona pezzi di carne materiale e spirituale è l’unico modo che il potere ha per sbranare gli inetti e meschini rappresentanti di questo mondo infetto sì scrivere come Sarah-Kane-porca-puttana e raccontare di come un prete in abito talare tutto serietà austerità e sanfranceschinità (bello “sanfranceschinità” appena esco dal bagno lo devo segnare su un pezzo di carta) – cara, mi passi un pezzo di carta? – ed è un prete bello grosso un bell’uomo un gran pezzo di marcantonio strappato alla sua normale vita sessuale con le sue stupende mignotte illuminate lui-occhi-azzurri e capelli-scuri fisico non palestrato ma robusto una figura della new york di fine anni ‘50 una bellezza noir e misteriosa un po’ come quell’ingegner Calandra che tutte se lo guardano come se possedesse il segreto del desiderio femminile ma lui il pretaccio ha regalato la sua esistenza al suo compagno gesùcristo il nostro caro compagno gesùcristo e potrebbe partire una bella musica che ne so una specie di internazionale comunista ma distorta e deformata da-sottosuolo-dostoevskijano-di-latrina-sporca sì questo devo raccontare e devo farlo in modo che alla gente vengano i brividi a pensare una fellatio magari praticata mentre si canta un canto gregoriano e nella scena deve esserci anche un gesùcristo in croce in una posa di ammiccante lascivia e il lettore/spettatore (sì perché quant’è vero iddio questa cosa qui me la pubblico anche a mie spese perché sarà quella cosa che se arriva nelle mani giuste cadono tutti i santi dal cielo e finalmente qualcuno si accorge di me) e il lettore/spettatore deve rimanere inchiodato offeso e riluttante deve odiare l’autore cioè me lo scrittore marcio di questo terzo millennio che sfida le convenzioni – cara, so che ti stai preparando, potresti passarmi un pezzo di carta? ho avuto una grande idea – quando nessuno poteva immaginare più che ci fosse qualcuno capace di sfidare questo schifo di mondo e poi non ci dovrà essere soltanto il prete la fellatio e il nostro caro tovarish gesùcristo (anche se devo pensare anche a uno schizzo di spiritosantità spermatica che idea!) – cara, ti prego ché sennò dimentico tutto – e mostrare come anche soltanto una fellatio sia il senso complessivo del capitalismo sì perché in quest’opera alla Sarah-Kane-porca-puttana deve esserci tutto deve esserci non soltanto la critica religiosa che di questi tempi non è più troppo di moda perché bisogna rispettare la fede altrui sennò perché-si-fanno-scoppiare-in-mezzo-alla-gente? il papa vuole dare un pugno a chi offende la madre e poi gli eccessi degli islamici ed è ovvio che però non voglio toccare in questa opera gli islamici che sennò rischio (se divento famoso) pure la pelle anche se mi piacerebbe rischiare la pelle per le mie idee come un vero artista combattente e allora meglio di no o forse sì inserire un personaggio che dopo un atto magari di cunnilinguo a una ragazza con chiari problemi mentali e deve essere una ragazza semplice che emana un canto lineare e doloroso qualcosa che ha a che fare con la calda morbidezza della natura idealizzata e il cinguettare festante degli uccelli a primavera ma lei deve essere brutta come la fame-del-terzo-mondo con le occhiaie profonde come un catino d’acqua sporca e una faccia deformata come una lamiera d’amianto mentre gode e urla in maniera straziante quando lui il marginale del nostro sistema economico colui che ha perso il lavoro per un esubero e che ha fatto per tutta la vita che-ne-so il magazziniere per un negozio di elettronica un po’ come quel mezzo-esaurito del signor Lo Castro le strappa a morsi moncherini-di-piacere (anche se forse è eccessivo anche per me che sono-devo essere il più estremo di tutti) con gli occhi gonfi di piacere e disperazione pensando che sia finita che sia tutto finito e il-moncherino-di-piacere come espressione di un desiderio negato di una libertà vera della serena sessualità di un mondo senza sfruttatori né sfruttati e se lo infila nel portafoglio e parte per arruolarsi tra i miliziani dell’isis ma non perché crede che quella sia la verità o la libertà non perché allah è meglio di dio ma soltanto perché così può esplodere tutta la sua ferocia e tutta la sua rabbia repressa contro un mondo capitalistico basato su consumi indotti e su un capitalismo finanziario che divora ogni forma di realtà perché lui è emarginato e vuole vivere e la moglie lo ha lasciato e si scopa il direttore esecutivo di un’azienda per la quale lavora che ha la faccia un po’ di gesùcristo e un po’ dell’ingegner Calandra mentre lei ha la faccia di ci-devo-pensare-bene e poi lavorare sulle distopie e sulle discronie tra il virtuale e la realtà e certo che si potrebbe giocare su questo punto il capitalismo è soltanto una scopata virtuale come una fellatio a gesùcristo più immaginata che altro sì sogno-e-realtà grande tema sempre adattissimo per il teatro sperimentale ma non deve essere chiaro se si tratta di un sogno del protagonista di una rappresentazione scenica teatro-nel-teatro o del racconto truce di un vecchio scrittore sì un vecchio scrittore che potrei essere io colui che come marionette decide del dolore e della felicità dei suoi personaggi un dio né dio cristiano né allah insomma da pensarci – ma hai mal di pancia? perché le idee ti vengono sempre quando sei seduto sulla tazza e io mi devo preparare? – mentre la ribellione è un cunnilinguo a una ragazza demente una forma di castrazione clitoridea che distrugge non soltanto il sistema ma anche la possibilità di provare piacere una-ribellione-dolorosa-e-già-sempre-fallita? no forse troppo nichilistico anche se dati i tempi ci potrebbe stare anche questa cosa qui ma c’è qualcosa che non mi torna perché è necessario poi trovare anche una possibilità di comunicazione tutto deve essere chiaro e non bisogna fare soltanto quella cosa strana tutti morti sangue violenze sessuali e scabrosità di ogni genere occorre invece procedere con lentezza e in maniera quasi didascalica un teatro che possa insegnare qualcosa insegnare mostrando alla Brecht e io devo diventare come il maestro di questa nuova generazione di anime perdute – gegè, vuoi aprire ché sennò faccio tardi al lavoro? devo soltanto lavarmi i denti poi puoi rimanere nel bagno tutto il tempo che vuoi – una sorta di guida spirituale e mostrare che la verità è una cosa che si strappa a morsi e allora ci deve essere anche una scena di cannibalismo rituale qualcosa che abbia il sapore marcio di una palingenesi dell’umanità – non chiamarmi gegè, tesoro, che già gennaro non mi piace come nome, mi hai preso un pezzo di carta? – e poi donne nude completamente nude perché al pubblico maschile una donna nuda anche se siamo emancipati del XXI secolo e di tette e culi ne siamo invasi nella televisione su internet etc. donne nude che cominciano a colpirsi e gli schiaffi devono fare veramente rumore e la carne deve vibrare come in una sinfonia mentre sullo sfondo c’è sempre quel pretaccio e il crocifisso ligneo del XIII secolo sì deve avere un aspetto medievale ma il corpo le membra e il membro devono sembrare veri assolutamente veri da film pornografico della peggior risma si potrebbe effettivamente pensare a una scenografia da film porno perché quello che devo fare è impormi sui giudizi dei critici e diventare quello che merito di essere il più visionario tra i contemporanei senza pudore né vergogna e devo creare alienazione e distanza senso di estraniamento nel lettore/spettatore perché i dotti intellettuali non abbiano nulla da reclamare e la fellatio deve essere in secondo piano figura sullo sfondo e il volto del gesùcristo deve mutare in espressioni volgari mentre in sottofondo dovremmo mettere una musica particolare qualcosa che ricordi il dominio del capitalismo perché il capitalismo è la causa di ogni male e questo deve trapelare anche se non nella solita maniera una musica pop forse che creerebbe nel lettore/spettatore un’attesa pop e dovrei cercare anche io un linguaggio più rarefatto un po’ come scriveva Sarah-Kane-porca-puttana qualcosa che colpisca l’immaginazione di chi va a teatro per vedere una cosa sperimentale e dunque è già preparato – ma quanto tempo ci metti a fare un po’ di cacca! mamma mia e ti vuoi muovere? – anche le feci giusto cara anche le feci la merda deve rientrare per creare disgusto e senso di vomito sì la mia opera deve essere pensata come un lungo conato di vomito causato da un secchio di merda umana liquida calata sulle teste con un effetto tale che devono esserci anche allucinazioni olfattive sì devo scrivere qualcosa che la gente deve sentirne anche l’odore di questa merda che ci circonda ma il punto è che – cara, ma come ti viene in mente di dire una cosa del genere? lo sai che i broccoli mi fanno male – devo soltanto trovare la chiave per inserire tutti questi elementi ed è fatta una composizione il porre insieme gli elementi il demiurgo l’artigiano/artista della nostra contemporaneità sì scrivere come Sarah-Kane-porca-puttana ed è fatta ma io devo essere superiore io sono più maturo non sono un ragazzo incazzato sono un uomo maturo che conosce il mondo e sa verso quale direzione sta andando una tensione un filo teso tra nichilismo e possibilità della rivoluzione qualcosa del genere – ciao caro, li lavo in ufficio i denti, grazie lo stesso, ricordati di portare il cane al parchetto (vedi che anche lui ha la diarrea), di passare dai miei che non sanno accendere la caldaia e di fare la spesa, in aggiunta a quello che ti ho scritto non dimenticarti la pomata per le emorroidi ché dopo questa seduta ne avrai sicuramente bisogno! ah, ricordati che oggi alle 15 vengono Alfredo Vizzo e Roberto Calandra per la lezione di latino, ciao ciao –
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Il primo movimento, Etnologia del risentimento, lo trovate qui.