Edipo: Giusto: se lo porti via! La tua presenza mi da fastidio. Levati di torno: mi libererai di un peso.
Tiresia: Vado, ma prima voglio dire perché sono venuto, senza timore della tua faccia: tu non puoi farmi del male. E allora ti dico: l’uomo che cerchi da tempo, lanciando minacce e proclami per la morte di Laio, quell’uomo è qui: uno straniero, in apparenza, un immigrato; ma poi verrà alla luce che è nato a Tebe, né avrà da rallegrarsi della scoperta. Vede, e sarà cieco; è ricco, e sarà mendicante. Vagherà in terra straniera, brancolando col bastone. E si scoprirà che è fratello e padre dei figli con i quali vive, figlio e sposo della donna da cui è nato, assassino del padre con cui ha seminato lo stesso solco. Adesso rientra in casa e rifletti. Se troverai che ho mentito, di’ pure che dell’arte profetica io non so nulla.
Sofocle, Edipo re.
Trad. Franco Ferrari.
Ed. Fabbri Editori 1994