I due galli e l’aquila

Uno dei due galli, che si contendevano le galline, mise in fuga l’altro. E il vinto si nascose svanendo nell’ombra; mentre il vincente, levatosi in volo e appollaiatosi su un alto muro, cantò a squarciagola. Allora subito un’aquila volando in picchiata lo portò via. Così quello che si era nascosto nell’ombra d’ora in poi avrebbe montato senza timore le galline.

***

Il cane e la conchiglia

Un cane abituato a divorare uova, avendo visto una conchiglia e spalancando la bocca, con un grandissimo sforzo la inghiottì, credendo che fosse un uovo. Quando senti le viscere pesanti, soffrendo terribilmente disse: «Me lo merito, poiché ho creduto che tutte le cose sferiche fossero uova.»

***

La scrofa e la cagna che si insultano a vicenda

Una scrofa e una cagna si insultavano a vicenda. Così la scrofa giurava su Afrodite che avrebbe dilaniata coi denti la cagna. La cagna, dal canto suo, rispose con ironia a quelle minacce: «Così si fa, giura su Afrodite! D’altronde tu sei la prova che a tal punto sei amata dalla dea, che assolutamente non lascia entrare nel tempio chi si ciba delle tue carni immonde.» E la scrofa: «E invece, al contrario, è evidente che la dea mi ama; infatti si oppone proprio a chi mi uccide o mi offende in qualche modo. Tu, poi, puzzi e da viva e da morta.»

***

NOTA ALLA TRADUZIONE

Testo di riferimento: Esopo, Favole, BUR 1989