Franz Kafka
Lettere a Milena
Traduzione di Marco Rincione
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Kafka, Briefe an Milena, erweiterte und neu geordnete Ausgabe, herausgegeben von J. Born und M. Müller, Fischer, Frankfurt am Main 2015¹⁵, pp. 379-381. Eventuali note a piè di pagina sono anch’esse tradotte dall’edizione citata.
- [Aprile 1920]
Merano-Maia Bassa, Pensione Ottoburg
Cara signora Milena,
quella pioggia, durata due giorni e una notte, è appena cessata – probabilmente solo per il momento –, ma è comunque un avvenimento da festeggiare, e io lo faccio scrivendo a lei. (continua a leggere) - [Aprile 1920]
Merano-Maia Bassa, Pensione Ottoburg
Cara signora Milena,
le scrissi un biglietto da Praga e poi uno da Merano. Non ho ricevuto risposta alcuna. (continua a leggere) - [Merano, aprile 1920]
Cara signora Milena,
lei si affatica con la traduzione in mezzo al cupo mondo viennese. Ciò è in qualche modo commovente e umiliante per me. (continua a leggere) - [Merano, aprile 1920]
I polmoni, dunque. Mi è girato per la testa durante tutto il giorno, non sono riuscito a pensare ad altro. (continua a leggere) - [Merano, fine aprile 1920]
Cara signora Milena[1],
oggi voglio scrivere di qualcos’altro, ma questo qualcosanon vuole. (continua a leggere) - [Merano, aprile/maggio 1920]
Cara signora Milena,
innanzitutto, prima che lei legga nella mia lettera qualcosa che non corrisponde alla mia volontà, le dico che da circa quattordici giorni soffro di un’insonnia che si fa sempre più forte… (continua a leggere) - [Merano, maggio 1920]
Cara signora Milena,
solo due parole. Domani le scriverò di nuovo, oggi scrivo solo per me, solo per aver fatto qualcosa per me stesso, solo per allontanare un po’ l’impressione della sua lettera che, altrimenti, mi starebbe addosso giorno e notte. (continua a leggere) - [Merano, maggio 1920]
Cara signora Milena (già questa intestazione mi risulta fastidiosa, ma è uno di quegli appigli in questo mondo incerto a cui i malati possono aggrapparsi e, se anche a loro tali appigli risultano fastidiosi, non c’è ancora segno di guarigione)… (continua a leggere) - [Merano, 29 maggio 1920]
Cara signora Milena,
la giornata è così breve, trascorre con lei e solo tra altre bazzecole è già finita. (continua a leggere) - [Merano, 30 maggio 1920]
Come procede, Milena, la sua conoscenza dell’essere umano? Ogni tanto nutro dei dubbi in proposito… (continua a leggere) - [Merano, 2 giugno 1920]
Mercoledì
Le due lettere sono arrivate insieme a mezzogiorno; non sono lì per essere lette ma per essere spiegate, per affondarci il viso e perderci la testa. (continua a leggere) - [Merano, 11 giugno 1920]
Venerdì
Si riuscirà mai a raddrizzare un po’ questo mondo alla rovescia, una volta per tutte? (continua a leggere) - [Merano, 12 giugno 1920]
ancora sabato
Queste lettere che si incrociano e si scontrano devono finire, Milena, ci fanno diventare pazzi: non si sa mai che cosa hai scritto, a cosa stai ricevendo risposta e tremi sempre, come che sia. (continua a leggere) - [Merano, 21 giugno 1920]
Lunedì
Tu hai ragione: quando adesso – purtroppo ho ricevuto le lettere di sera tardi e domattina voglio fare una piccola gita a Bolzano con l’ingegnere – ho letto il rimprovero per quel “bimbetta”, mi sono detto per davvero: basta così, queste lettere puoi anche non leggerle oggi, devi pur dormire un po’ se domattina vuoi fare la gita. (continua a leggere) - [Biglietto, timbro postale: Vienna, 29/06/1920]
Probabilmente la lettera non arriverà entro le 12 o meglio quasi di certo, sono già le 10. (continua a leggere) - [Praga, 4 luglio 1920]
Domenica
Oggi, Milena, Milena, Milena… non riesco a scrivere altro. Invece sì. (continua a leggere) - [Praga, 9 luglio 1920]
Venerdì
Scrivere mi pare completamente insignificante, e lo è davvero. (continua a leggere) - [Praga, 9 luglio 1920]
Venerdì
Solo due parole sulla lettera di Staša. Lo zio, di solito molto caro ma adesso un po’ scocciante, mi sta aspettando. (continua a leggere) - [Praga, 10 luglio 1920]
Sabato
Molto male, l’altro ieri sono arrivate le due lettere infelici, ieri soltanto il telegramma (d’accordo, mi ha tranquillizzato, ma mi è sembrato anche un po’ raffazzonato come sempre sono i telegrammi) e oggi assolutamente nulla. (continua a leggere) - [Praga, 12 luglio 1920]
Lunedì
Sono stati due giorni a dir poco orrendi. Ma adesso capisco che non è stata affatto colpa tua, un qualche diavolo malefico ha trattenuto tutte le tue lettere da giovedì in poi. (continua a leggere) - [Praga, 13 luglio 1920]
Martedì, un po’ più tardi
Come sei stanca, nella lettera di sabato sera. Avrei tanto da dire a proposito della lettera, ma alla tua stanchezza oggi non dico niente, sono stanco anche io, per la prima volta dal mio arrivo a Vienna ho davvero la testa torturata dal dolore per non aver assolutamente dormito. (continua a leggere) - [Praga, 13 luglio 1920]
Martedì
Ho qui i tuoi due telegrammi… (continua a leggere) - [Praga, 14 luglio 1920]
Mercoledì
Tu scrivi: «Sì, tu hai ragione, gli voglio bene. Ma F., io voglio bene anche a te.» (continua a leggere) - [Praga, 15 luglio 1920]
Giovedì
Di fretta, prima di andare in ufficio, volevo starmene zitto, mi ci strozzo da tre giorni e, perlomeno adesso che stai combattendo lì quella spaventosa battaglia, volevo starmene zitto, ma è impossibile, ci sta, è anche la mia (continua a leggere) - [Praga, 19 luglio 1920]
Lunedì
Tu fraintendi alcune cose, Milena. (continua a leggere) - [Praga, 20 luglio 1920]
Martedì
Durante il dettato che oggi mi sono sforzato di fare:
Queste lettere brevi e gioiose o perlomeno ovvie come le due di oggi, ed è subito quasi (quasi quasi quasi quasi) foresta, e vento nelle tue maniche e sguardo su Vienna. Milena, come si sta bene accanto a te! (continua a leggere) - [Praga, 24 luglio 1920]
Sabato
È da mezzora che leggo le due lettere e la cartolina (per non dimenticare la busta, mi meraviglio che tutto il reparto della corrispondenza in arrivo non sia salito a scusarsi per te), e solo adesso mi accorgo che rido da tutto il tempo. (continua a leggere) - [Praga, 28 luglio 1920]
Mercoledì
Conosci la fuga di Casanova dai Piombi di Venezia? Sì, la conosci. Di sfuggita, lì viene descritta la più spaventosa forma di prigione… (continua a leggere) - [Praga, 29 luglio 1920]
Giovedì
Un bellissimo biglietto, quello di Staša. Ma non si può dire che in questo biglietto lei fosse diversa da come è adesso, anzi, in questo biglietto lei non c’è nemmeno, lei parla per te… (continua a leggere) - [Praga, 4-5 agosto 1920]
Mercoledì sera
Ora, intorno alle dieci, ero in ufficio, il telegramma era lì, arrivato così rapidamente, che quasi potevo dubitare che fosse la risposta al mio telegramma di ieri, ma c’è scritto: spedito il 4 VIII alle 11. (continua a leggere) - [Praga, 7 agosto 1920]
Sabato
Caro e paziente, lo sono? Davvero, non lo so, so soltanto che un simile telegramma mi fa stare bene praticamente in tutto il corpo, ed è soltanto un telegramma, non una mano tesa. (continua a leggere) - [Praga, 8-9 agosto 1920]
Domenica sera
C’è una cosa che mi disturba nella tua argomentazione[1], nell’ultima lettera risulta piuttosto chiaro, è indubitabilmente un errore con cui puoi metterti alla prova… (continua a leggere) - [Praga, 17-18 agosto 1920]
Martedì
Riceverò dunque una risposta a questa lettera soltanto tra dieci, quattordici giorni, in confronto a quanto è stato fino a ora è quasi come essere lasciato, no? (continua a leggere) - [Praga, 29–30 agosto 1920]
Domenica
Un errore degno di nota, ieri. Attorno a mezzogiorno ero così contento per la tua lettera (di martedì) ma quando la rileggo di sera, si differenzia essenzialmente di pochissimo dalle ultime lettere, è nella sua disperazione molto più al di là di quanto non confessi. (continua a leggere) - [Praga, 6 settembre 1920]
Lunedì
Nessuna lettera.
Per quanto concerne il saggio di Max, dipende se è “solo” una tua idea oppure di Laurin. Nel secondo caso sarebbe possibile, sì, ma non come editoriale, solo come appendice. (continua a leggere) - [Praga, 7 settembre 1920]
Martedì
Incomprensione – no, è peggio di una mera incomprensione – molto più profonda, Milena, anche se tu, ovviamente, comprendi bene la superficie, ma cosa c’è qui da capire o non capire? (continua a leggere) - [Praga, 10 settembre 1920]
Venerdì
Il tuo telegramma è appena arrivato, hai assolutamente ragione… (continua a leggere) - [Praga, 18 settembre 1920]
Milena, tu non puoi capire con precisione di cosa si tratti o di cosa si sia in parte trattato, io stesso non lo capisco, tremo per l’impeto, mi torturo fino alla follia, ma cosa sia e cosa voglia sulla distanza non lo so. Soltanto cosa voglia da vicino: silenzio, buio, il rintanarsi, questo so e questo devo perseguire, non posso fare diversamente. (continua a leggere) - [Praga, settembre 1920]
È vero, Milena, qui a Praga tu hai una proprietà, nessuno vuole contendertela, al massimo sarebbe la notte a lottare per essa, ma la notte lotta per tutto. (continua a leggere) - [Praga, novembre 1920]
Tu dici, Milena, di non capire. Prova a capire, chiamandola malattia. È uno dei tanti sintomi di malattia che la psicoanalisi ritiene di avere scoperto. Io non la chiamo malattia e nel contributo terapeutico della psicoanalisi vedo un errore disperato. (continua a leggere) - [Praga, novembre 1920]
Sabato sera
La lettera gialla non l’ho ancora ricevuta, la rispedirò indietro senza aprirla. (continua a leggere) - [Praga, fine marzo 1922]
È da molto tempo che non le scrivo, signora Milena, e pure oggi le scrivo solo in seguito a una coincidenza. (continua a leggere) - [Berlino, seconda metà di novembre 1923]
Da quando, in seguito al nostro ultimo incontro, sei improvvisamente (ma non sorprendentemente) sparita, ho sentito di nuovo parlare di te per la prima volta e in modo sgradevole all’inizio di settembre. (continua a leggere) - [Cartolina, timbro postale: Berlin-Steglitz 25/12/1923]
Cara Milena, da molto tempo c’è qui pronto il frammento di una lettera per lei ma non riesco a continuarla… (continua a leggere)
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