- Live from anywhere. Oltre deserto e labirinto. Cosmo – ordine e inganno?
- Quand vous serez bien vieille
ricordati che ho ricordato
mia pargoletta
e trasmetti la tradizione
vi può essere onestà di mente
senza un talento sovrabbondante
Forse io ho veduto un dissolversi di quella tradizione.E. Pound, Canti Pisani LXXX
- Si dice delle citazioni – un’opinione o un’altra, ma in quanto opinione – non si dice un cazzo!
- Enigma nell’enigma? Tra iniziati (che furono e sono) si parla una lingua comune. E per chiarezza: io penso che la letteretura abbia dentro di sè questo carattere sacro, iniziatico. Dunque: questi inziati parlano una lingua comune, con referenti che i soli membri riescono a comprenedere fino in fondo e oltre. Quando, però, accade come oggi che si inizia a prescindere da un linguaggio comprensibile e, ripeto, sacro – di limite, enigmatico – e si estende la comprensione di questo linguaggio a chiunque (il mostro dell’ideale!), si crea anche un altro falso enigma nell’enigma. Qual è tale falso? L’interpretazione, o contaminazione dall’Io, che tra iniziati non è una prova nè un giudizio, ma è palcoscenico vuoto.
- Ideale. La notte anche di giorno, questo ci ha lasciato in eredità l’idelale. E una maschera, che di giorno aderisce bene. Si continua a volere non vedere, e a credere di non ammattire in silenzio, non accorgendosi di ammattire in silenzio e inoltre in piena luce.
- “Ben rotonda merda” potrebbe dire un filosofo postmoderno.
- Caos (Antonio Moresco). Il Caos è niente e tutto. Spaziotempo e vuoto. Un pensiero semplice, onesto. Verso un pensiero del genere – certo lo dico io, ma mi pare anche palese dalla sua opera – non vale la pena di schierarsi pro o contro (hic et nunc, in questo guano di parole), ma di iniziare a cambiare atteggiamento: essere riflessivi e aggressivi insieme; muoversi per fame; non sentire il peso della necessità, ma solo l’urgenza della sua leggerezza.
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