- E’ un artista di quelli che piacciono a me, modesto nei suoi bisogni: vuole veramente solo due cose, il suo pane e la sua arte – panem et Circen. (F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli, aforisma 17)
- “Crea la poesia e ama?” si chede il traditore. “Per me – sono i miei inconciliabili“
- Il tecnino, per cui non vale più l’aggettivo retorico, parla, dice: “Diffido di coloro che vedono “il bello dovunque”. Questa è – un’altra incapacità dialettica. Le argomentazioni…”
- … sta sempre a curarsi gli occhi.
- – D’accordo, d’accordo, tutto questo è follia. Non c’è più nessuno che sente il bisogno di questa follia? Pazienza, non per questo rinsavirò. C’è ancora qualcuno che ne sento il bisogno? Eccomi, io sono qui. (A. Moresco, Lettere a nessuno)
- La raucedine non è il preludio al bel canto.
- Poi si ritrasser tute quante insieme,
forte piangendo, a la riva malvagia
ch’attende ciascun uom che Dio non teme.
(Dante, Divina Commedia, Inf. III 106-108) - Au contraire, io preferisco questa mia disperazione alla facilità con cui oggi si pregusta la caduta senza accorgersi che essa non certo giustifica ogni cosa.
- Come se la solitudine divenisse maleducazione, una volta superato un certo tempo di pratica. Come se comportasse, alla fine, una sorta di pensionamento, che molti chiamano amore. Come se davvero l’amore salvasse dalla solitudine e non esistesse anche la solitudine di ciò che è doppio…
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