Nice to have met you!

Nice to have met you!

Quando penso che la sapienza è stata liberata da ogni giustificazione ultraterrena, allora non posso fare altro che gioire di quegli uomini – atei, così si dicono – che hanno finalmente liberato il mondo da Dio. Grazie!

Poi, però, penso anche che tutto questo atteggiamento illuministico (sebbene il principe Kant non fosse poi tanto intransigente nei confronti della superstizione divina) ha portato a far sì che il pensiero che pensa sé stesso – o la filosofia – scomparisse, si dileguasse… e hai voglia a cercare vecchio Martin nella tua Foresta, non eri mica uno scienziato tu, e poi sappiamo tutto a chi hai chiesto aiuto nel giorno fatale!

Insomma, il problema che ancora oggi angoscia molti illustri studiosi (e, giuro, che non c’è sarcasmo) è se in fondo Dio – che pure è morto – in qualche modo da defunto riesca ancora a influenzare le scelte non scientifiche, cioè politico-sociali, dell’umanità. Ragazzi, è Dio – dico – mica uno qualunque!

Eppure, mi pare, non è Dio la questione, lo sappiamo bene. È la Chiesa o la moschea o la sinagoga o il tempio di Buddha. Tutti colpevoli, bastardi e figli di puttana. Sì, ragazzi, fate bene a sputargli in faccia ancora oggi. Oppure fate come R. Dawkins, che dopo un’opera come “Il gene egoista”, che definire illuminante è troppo illuministico, oggi scrive sull’illusione  o, come mi suggeriva ieri un suo lettore, l’allucinazione di Dio (errore di traduzione, un po’ come accade per i titoli dei film). Questa notizia e l’accanimento di Dawkins su Twitter contro la superstizione di Dio, mi hanno dato da pensare – e da ridere.

Innanzitutto, voglio precisare che non è che scrivo contro Dawkins, perché per quanto mi riguarda può scrivere e dire ciò che vuole, ma contro quest’atteggiamento, questa morale della scienza atea, che mi fa intostare la nervatura!

Ecco il punto: se si parla di Dio, non si può parlare di scienza (figuriamoci poi a parlarne con la Chiesa), si può solo e tanto discutere di morale. O atei di tutto il mondo, ma fa che siete anche voi come quelli là: ancora troppo umani?

Insomma, questo è più uno sfogo – un brufolo – non vorrei che si pensasse che in quanto Quijano io stia dalla parte della Chiesa, piuttosto che dalla parte della Scienza. Più semplicemente io sono solo un nome, un altro nome. Eppure, in questa forma verbi mi va di chiedere un’ultima cosa, il tarlo: l’intelligenza che ha pensato Dio, non è la stessa che gli si è rivolta contro e ha pensato la Scienza?[1]

Ecco, infine, un suggerimento da Durante figlio di Alighiero:

Apri la mente a quel ch’io ti paleso

E fermalvi entro; ché non fa scÏenza,

sanza lo ritenere, avere inteso.[2]

Papista shampista

Papista shampista


[1] È la verità, mi pare, ciò che senza mezzi termini – ancora oggi e fino alla fine dei giorni – quest’intelligenza si disputerà. E ha inventato gli specchi per vedere il viso del proprio nemico mortale. Ancora troppo umani? E se riuscimmo ad essere solo questo?

[2] Dante, Paradiso. Canto V vv 40 -42