Le lacrime e i sospiri degli amanti,
l’inutil tempo che si perde a giuoco,
e l’ozio lungo d’uomini ignoranti,
vani disegni che non han mai loco,
i vani desidèr sono tanti,
che la più parte ingombran di quel loco:
ciò che in somma qua giù perdesti mai,
là su salendo ritrovar potrai [….]
Era come un liquor suttile e molle,
atto a esalar, se non si tien ben chiuso;
e si vedea raccolto in varie ampolle,
qual più, qual men capace, atte a quell’uso.
Quella è maggior di tutte, in che del folle
signor d’Anglante era il gran senno infuso;
e fu l’altre conosciuta, quando
avea scritto di fuor: «Senno d’Orlando»
E così tutte l’avean scritto anco
il nome di color di chi fu il senno.
Del suo gran parte vide il duce franco;
ma molto più maravigliar lo fenno
molti ch’egli credea che dramma manco
non dovessero averne, e quivi dénno
chiara notizia che ne tenean poco;
che molta quantità n’era in quel loco
Altri in amar lo perde, altri in onori,
altri in cercar, scorrendo il mar, ricchezze;
altri ne le speranze de’ signori,
altri dietro alle magiche sciocchezze;
altri in gemme, altri in opre di pittori,
et altri in altro che più d’altro aprezze.
Di sofisti e d’astrologhi raccolto,
e di poeti ancor ve n’era molto
L. Ariosto, Orlando Furioso (XXXIV, 75; XXXIV, 83-85)
Ah! Agathe, finalmente!
:) ti è piaciuto?
ottimo, Agathe!
bello – originale come riscrittura di ariosto
:D
insomma ri-benvenuta
Fahridi, non sfottere..lo sai come sto combinata in questo momento..;-)
io? Mai! (enter maestro Borges…)
“e di poeti ancor ve n’era molto”, a me ricorda “i poeti mentono troppo” (Omero, poi il Baffo a modo suo.)