Milena Jesenská
Lettere a Max Brod
Traduzione di Marco Rincione
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Il testo tradotto è quello contenuto nel volume F. Kafka, Briefe an Milena, erweiterte und neu geordnete Ausgabe, herausgegeben von J. Born und M. Müller, Fischer, Frankfurt am Main 2015¹⁵, pp. 379-381. Eventuali note a piè di pagina sono anch’esse tradotte dall’edizione citata.
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1.
Necrologio di Milena Jesenská per Franz Kafka
L’altro ieri, presso la clinica Kierling a Klosterneuburg (Vienna) è morto il dottor Franz Kafka, scrittore di lingua tedesca vissuto a Praga. Qui lo conoscevano solo in pochi, giacché egli era un solitario, un uomo sapiente, spaventato dal mondo; già da anni soffriva di una malattia ai polmoni e, sebbene la curasse, ciononostante la alimentava consapevolmente e la pungolava coi pensieri. (Continua a leggere)
2.
Datata da Max Brod: 21 luglio 1920.
Egregio dottore,
lei voleva da me delle prove che al signor N. N. vengano fatti dei torti alla clinica Veleslawin. Purtroppo posso dirle molto poco di preciso e adeguato per le autorità, anche se lo farei molto volentieri. (Continua a leggere)
3.
Datata da Max Brod: 29 luglio 1920
Ero davvero molto spaventata, non sapevo che la malattia di Frank fosse così grave, qui sembrava davvero in salute, non l’ho sentito tossire per nulla, era fresco e contento e dormiva bene. Lei mi ringrazia – caro, caro Max – mi ringrazia invece di rimproverarmi perché già da molto tempo non sono più da lui, e rimango seduta qui e scrivo solo lettere. (Continua a leggere)
4.
Inizio agosto 1920
Da diversi giorni e diverse notti avrei dovuto rispondere alla sua lettera. Lei dice: come sarebbe che Frank si spaventa dell’amore e non si spaventa della vita? Ma io credo che le cose stiano diversamente. (Continua a leggere)
5.
Presumibilmente inizio gennaio 1921
Caro dottore,
mi perdoni se non sono in grado di scrivere in tedesco. Forse lei conosce il ceco così bene da capirmi; mi perdoni se la disturbo. Non riesco a darmi un consiglio, il mio cervello non sopporta più impressioni e pensieri, non ne accetta altri, non so niente, non sento niente, non capisco niente; mi sembra che in questi mesi mi sia capitato qualcosa di orrendo di cui però non so molto. Non so assolutamente nulla del mondo, sento soltanto che mi ucciderei se riuscissi in qualche modo ad avere coscienza di ciò che di fatto si sottrae proprio alla mia coscienza. (Continua a leggere)
6.
Gennaio/febbraio 1921
La ringrazio per la sua amorevolezza. Nel frattempo io sono tornata in me. Sono in grado di nuovo di pensare. E non per questo sto meglio. Certo, è assolutamente ovvio che non scriverò a Frank. Come potrei! Se è vero che gli uomini devono portare a termine un compito sulla terra, allora io ho compiuto molto male il mio accanto a lui. Come potrei essere così insolente e fargli del male se non sono stata capace di aiutarlo? (Continua a leggere)
7.
Primavera/estate 1921
Egregissimo signore,
mi perdoni se rispondo così tardi. Ieri mi sono alzata per la prima volta dal letto, i miei polmoni sono andati del tutto in rovina, il dottore mi dà solo un altro paio di mesi se non me ne vado subito. Oggi stesso scriverò a mio padre; se mi manda del denaro, parto – per dove e quando, non lo so ancora. (Continua a leggere)
8.
Presumibilmente metà luglio 1924
Caro dottore,
con gratitudine le mando indietro il libro, la prego di perdonarmi se non le faccio visita. A stento credo di poter parlare di Franz in questo momento, e sicuramente neanche lei ne vorrà parlare con me adesso. Se permette, la terrò informata sul mio arrivo a Praga a settembre. (Continua a leggere)
9.
Datata da Max Brod: 27. VII. 24
Caro dottore,
non sono riuscita a venire a Praga e a consegnarle i manoscritti, nonostante volessi farlo molto volentieri. Non ho trovato neanche qualcuno a cui affidarli, e mi fido ancor meno a spedire i quaderni per posta. (Continua a leggere)
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Marco Rincione (Palermo, 13 dicembre 1990) sognava di fare lo scrittore finché un bel dì si iscrisse all’Università. Dopo aver studiato un po’ di filosofia e tanta roba greca, ha ripreso a sognare la scrittura. Pare che sia lo sceneggiatore di “Paperi”, trilogia a fumetti disegnata da suo fratello Giulio (edizioni Shockdom), e probabilmente scriverà ancora.
In copertina: Portrait of Milena di Nicola di Marco