Ci siamo, Ô Metis è venuta fuori per la terza volta. Qui è il pdf da scaricare, qui invece il luogo della rivista su Issuu.
Raggiro/Ritorno.
Il terzo numero di Ô Metis si articola intorno alle idee dello svincolo, del passaggio, dell’incrocio, del nodo, del transfert. L’immagine di riferimento è il nastro di Moebius, quella figura che per sua stessa natura permette il passaggio da una dimensione all’altra – e figura fondamentale nella narratologia contemporanea. Ma la natura di questa dimensione altra che abbiamo scavato non è una figura precisamente connotata (una distopia, un incubo, un paradosso) ma la possibilità stessa dell’alterità, una dimensione, cioè, in cui le leggi dell’occhio umano non hanno più senso.
Raggiro-Ritorno, in questo senso, rappresenta il percorso da una dimensione all’altra, dall’inizio alla fine (o dalla fine all’inizio). I testi, piuttosto che per rubriche, sono stati disposti secondo un’architettura a nastro: una volta entrati, non è detto che se ne venga fuori. Come nel nastro di Moebius, passato lo svincolo (il raggiro) il ritorno è un caso, un’eccezione – una mera probabilità statistica.
Impaginato e lettura.
Issuu ci ospita, come sempre. L’impaginato, opera di Chiara Perrone insieme col progetto grafico, è stato pensato per rendere agevole la lettura in pagina doppia, tanto su Issuu come in formato pdf. Cosa non si farebbe per te, notre semblable.
Collaboratori.
Hanno collaborato con noi in questo numero, coi testi: Carolina Crespi, Ciro Monacella, Claudia Dell’Uomo D’Arme, Francesca Regni e Luigi Laino.
Hanno illustrato questo numero: Chiara Perrone, Nicola di Marco, Antonella Ruggiero, Daria De Angelis, Fabien Catalano.
Qui in dettaglio le bio di ognuno.
Complimenti per l’impegno.
Deficit culturale a parte (de moi, come direbbe Hal di Infinite Jest), per ora mi sono sottoposto a una bella ginnastica mentale con Pedro Pàramo eccetera. Forse ho cominciato da lì perché nella bibliografia si cita Rayuela. Chissà.
C’è molta materia su cui sarebbe bello discutere a proposito di forma breve/ massimalista. E qui torno (già conoscete le mie attuali fisse) a DFW. Lui non può essere trascurato su un tale tema essendo grande su ambedue i versanti. Dobbiamo un’incalcolabile gratitudine a quanto è stato scritto in passato, ma Eraclito ci ricorda ancora oggi qualcosa a proposito di bagnarsi nel fiume in tempi diversi.
Saluti-
Enrico
Grazie Enrico.
Dovresti già avere la mia traduzione del saggio di Piglia “Tesi sul racconto” da cui prende il via l’articolo su Pedro Paramo- se non è così, te la rimando.
La questione della forma breve in DFW è senza dubbio interessante, ed è una cosa che ho affrontato tempo fa con qualche post sul blog/sito, in particolare rispetto al “finale sottratto”. Proverò a tornarci in modo più esaustivo.
Abbracci
Non trovo la traduzione. Ti sarò grato se me ne farai avere c0pia.
Sarà interessante parlarne. Tanto per cominciare, io ha un certo debole per i racconti&romanzi brevi a NON-EPILOGO. Diversa è la faccenda per i romanzi corposi.
Un caro saluto.
Enrico