Disciplina e metonimia. Prendiamo ad esempio la scienza moderna: la sua fierezza è il metodo sperimentale – l’arma più elastica e ubiqua mai concepita dal ventre dell’uomo. E tuttavia i più grandi sconvolgimenti della scienza moderna, dalle equazioni di Maxwell ai principi della meccanica quantistica, passando per la relatività generale, sono venuti fuori attraverso manipolazioni matematiche così speculative e distanti dall’osservazione e dall’esperienza, che il laboratorio, quest’occhio sintetico dello scienziato, per anni si è rifiutato non solo di vedere – non c’era niente da vedere – ma di ammettere la necessità di dischiudere le palpebre e guardare.
Quegli sconvolgimenti sono stati guidati da associazioni d’idee, metonimie. Queste metonimie erano numeri. Erano operazioni matematiche ad alto tasso speculativo il cui unico fondamento era l’assunto che tra numero e natura ci fosse una relazione privilegiata. Il numero, come la parola, nominerebbe il mondo là fuori, la natura o come altro si chiama. (Non c’è dubbio che questa corrispondenza biunivoca numero-mondo sia un equivoco – un equivoco utile, quasi una tautologia, chiamatelo come volete, non è questo il momento per giocare a nome, cosa e verità.)
Ô Metis V, Invenzione: quel punto dove intuizione e rigore, precisione e improvvisazione s’incrociano – quel posto in cui a un certo punto ti prudono i piedi e devi cominciare a danzare.
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Puoi anche leggere gli articoli che la compongono, uno per uno, ai link qui sotto. Fai tu, lettore caro, ma soeur – mon semblable.
Intro
di Alfredo Zucchi
Il miglior amico del poeta, oggi, è il neurobiologo – al punto che si può dire siano la stessa cosa, se non proprio la stessa persona. Io stesso lo sospettavo da tempo, e ieri, assistendo a una conferenza del neurobiologo Samir Zukki, ne ho avuto conferma incontrovertibile. A chi insinua siano solo dicerie, riferite pure quanto segue. Leggi qui.
Madre Medea
di Pilar Adón
traduzione di Francesca Regni
Ritornò a Madrid con dieci rullini di fotografie, alcuni foulard di Soho, qualche anello, pantaloni a fantasia scozzese, biscotti, occhiali da sole, una maglietta bianca con un disegno invernale e la scritta Snowing in London, alcuni libri acquistati da Dillon’s, barattoli di marmellata e confezioni di tè, una valigia che le ruppero in aeroporto e per la quale fece un reclamo in cui dovette dichiarare dettagliatamente tutto ciò che conteneva: francobolli, tazze, scatole di cioccolatini, carta da regalo, cinque CD, riviste e un bambino. Leggi qui.
Pidocchietto e pulcetta
di Gemma Randazzo
La sera in cui accadde la disgrazia, Pidocchietto e Pulcetta, che vivevano insieme felici in una sola famiglia, stavano facendo cuocere la birra in un guscio d’uovo. Là dentro cadde Pidocchietto e si bruciò. Fu allora che la dolce Pulcetta cominciò a gridare e un Uscio del vicino, sentendo, disse: «Perché gridi, Pulcetta?» «Perché Pidocchietto s’è bruciato». Leggi qui.
La porta
di Francesca Fichera
Non c’era più tempo per pensare, perché dietro un punto imprecisato del chilometrico corrimano, era comparso un uomo. Non uno qualsiasi, lei lo conosceva bene. Cappotto beige di panno, panciotto marrone, cravattino bordeaux fissato da una piccola Medusa annerita, mani e viso arrossati. Sorrideva come sollevato da qualcosa, come al termine di un dolore prolungato. Leggi qui.
Consapevolezza
di Antonio Russo De Vivo
Un giorno Benedetta Salviati di anni venti voleva credere che l’amore è tutto e quello stesso giorno Arrigo Monticelli di anni quaranta pensava che ci si può abituare persino alla disperazione e i due, entrambi presi dai propri pensieri e intenti a camminare nelle reciproche bolle blu piene d’ossigeno in un altro mondo in cui c’era acqua da bere ma non aria da respirare, si urtarono e caddero come si cadrebbe in bolle elastiche da chewingum a misura umana, ossia rimbalzando. Leggi qui.
Etnologia del risentimento
di Delio Salottolo
che poi manco l’ingegner Calandra ha capito che deve farsi un po’ i cazzi suoi con quella faccia da te-lo-trovo-io-il-lavoro-mio-piccolo-rifiuto-della-società e non stare sempre in mezzo a tutte le cose della mia famiglia perché sono allo stremo delle forze e quando mi incazzo poi veramente altro che farsi due risate e fumarsi la sigaretta per calmarsi Leggi qui.
Spidergirl
di Martin Bojowald
She was a little spider. From her own thread she had made a web, and she was hungry. Besides, what else could she be doing? Now she was lying motionlessly in her corner, her legs stretched out and all her eyes staring up through the web, waiting for something to happen. Leggi qui.
Scienza e letteratura
intervista di Alfredo Zucchi a Martin Bojowald
Ne La genealogia della morale, Nietzsche scrive che non c’è “un solo significato, ma un’intera sintesi di significati”. Questa frase mostra un legame ancora più diretto con il principio d’indeterminazione: i risultati dei processi di misurazione non ci forniscono un preciso insieme di proprietà – neppure per un singolo oggetto – quanto piuttosto una “sintesi” di caratteristiche che dipende dal punto di vista. Leggi qui in italiano. The original, English version, is here.
Talete e Anassimadro
traduzione di Luca Mignola
Anassimandro dichiaro dèi i cieli infiniti. Leggi qui.
Sul limite che suggerisce Parmenide
di Luigi Laino e Luca Mignola
Credo che tutti i fisici (Talete, Anassimandro etc.) arrivino alla coscienza esatta che la ricerca intorno ai fenomeni naturali debba sfociare nel ritrovamento di un principio dei fenomeni: questo principio non è, come insegna Heidegger, solo ciò che sta all’inizio di un processo, ma ciò che funge da causa eternamente presente ai fenomeni. Leggi qui.
Verso un annientamento volontario
di Alfredo Palomba
Scommetterei che il miglior modo per insultare Massimiliano Parente e, allo stesso tempo, fraintendere il senso delle sue opere narrative – in particolare quelle che compongono la cosiddetta “Trilogia dell’Inumano” e, specificamente, l’ultimo tassello, L’inumano – è considerarle ‘romanzi’ secondo l’accezione più comune e disinnescata del termine: narrazioni, storie raccontate a un lettore che vuol essere intrattenuto, bisognoso di un passatempo innocuo, inerte. Leggi qui.
Di lavoro e di montagna
di Carolina Crespi
Pierpaolo Antonello getta luce inedita e bellissima su Primo Levi chimico, scrittore, testimone, homo faber e intellettuale dal vitale bisogno di comprendere. Comprendere cosa? Ci si chiederà. Comprendere il meccanismo di ciò che gli accade attraverso le regole secondo le quali agisce ogni forma di vita e che, proprio come accade nel libro del mondo di Chartres, rispecchiano quelle del comportamento umano. Leggi qui.
Sulla forza dell’immaginazione
di Michel de Montaigne
traduzione di Jennifer Poli
Noi ribolliamo, tremiamo, impallidiamo e arrossiamo sotto gli scossoni della nostra immaginazione, e riversati nelle coltri, sentiamo i nostri corpi agitati dal loro movimento, fino quasi a morirne. E la gioventù bruciante nel sonno si eccita a tal punto, che soddisfa in sogno i suoi amorosi desideri. Leggi qui.
Ô Metis V, Invenzione è a cura di
Luca Mignola
Antonio Russo De Vivo
Alfredo Zucchi
Progetto grafico
Chiara Perrone
Ringraziamo gli illustratori
Diamond
Antonella Ruggiero
Adriano Annino
Veronica Castiglioni
Maria Antonieta Canfield
Julie Joseph
Le bio di tutti i collaboratori di Ô Metis V, Invenzione
“E tuttavia i più grandi sconvolgimenti della scienza moderna, dalle equazioni di Maxwell ai principi della meccanica quantistica, passando per la relatività generale, sono venuti fuori attraverso manipolazioni matematiche così speculative e distanti dall’osservazione e dall’esperienza, che il laboratorio, quest’occhio sintetico dello scienziato, per anni si è rifiutato non solo di vedere – non c’era niente da vedere – ma di ammettere la necessità di dischiudere le palpebre e guardare”.
Be’, insomma. La meccanica quantistica si è sviluppata proprio a partire da una serie di osservazioni da laboratorio (il problema delle radiazioni del corpo nero, un problema squisitamente ‘da laboratorio’, rappresentò una spinta essenziale per lo scardinamento del vecchio paradigma e la costruzione del nuovo) e da veri e propri esperimenti (celeberrimo il ‘double slit experiment’). Per quel che riguarda la relatività, sarebbe interessante capire come si potrebbero anche solo concepire degli ‘esperimenti’ sullo spazio-tempo – magari anche ripetibili, giusto per assicurarne la validità statistica – visto che ogni esperimento si svolgerebbe nello spazio-tempo!
In verità, esiste la famiglia della ‘scienza teorica’ e quella della ‘scienza sperimentale’. In mezzo, ci sono una miriade di famiglie ibride. Dire che i più grandi sconvolgimenti della scienza moderna sono venute fuori da manipolazioni matematiche ha un sapore quasi Ottocentesco e rischia di far finire sotto il tappeto episodi rivoluzionari, per non dire cataclismatici, come la scoperta dei raggi X e la scoperta della struttura a doppia elica del DNA.
Vincenzo Politi
Grazie Vincenzo. Mi riferivo nello specifico al calcolo matriciale di Heisenberg per arrivare alla struttura dell’atomo dell’idrogeno.
Due note ancora, Vincenzo.
Non c’è alcuna intenzione, da parte nostra, di mettere sotto il tappeto gli episodi rivoluzionari che citi, al contrario (in questo senso, la tua precisazione sulle “famiglie” ci viene utile, fa chiarezza).
Inoltre, “speculazione” è usato qui in modo neutro. Ciò che si vuole evidenziare è il ruolo della matematica quale linguaggio altamente strutturato, e la sua relazione d’intimità con un altro linguaggio altamente strutturato, quello poetico-letterario.
In conclusione, grazie per le lettura e il commento. Nell’intervista a Martin Bojowald, che trovi tra i link di O Metis V, si discute anche di questi argomenti. A presto, Alfredo