Apparato di sabotaggio: la versione Gomez

Ubi Id, futurum Gomez S. FREUD, De fato ECATEO IL MILESIO, “Gli squali del Nilo”, Geografia Io sono l’equivoco fatto...

Parodia, esasperazione e degradazione: Alberto Laiseca, lettore di Borges

Selezione degli estratti dall’originale e traduzione a cura di Federica Arnoldi e Alfredo Zucchi. * Una questione di gerundi...

Saer, Aira, Laiseca: tre momenti della letteratura argentina

Selezione dall’originale e traduzione a cura di Loris Tassi. * L’eredità di Saer È molto difficile imitare il respiro...

La finzione Laiseca

Traduzione a cura di Maria Cristina Cavassa. In Laiseca 2017, 121-131 (postfazione a È il tuo turno); per gentile...

L'assurdo universo di Alberto Laiseca

In Laiseca 2013. A Edizioni Arcoiris si devono: Laiseca 2016 e Laiseca 2017 b. * E per quindici giorni...
Lupus in Crapula
Apparato di sabotaggio: la versione Gomez
Internacional
Parodia, esasperazione e degradazione: Alberto Laiseca, lettore di Borges
Internacional
Saer, Aira, Laiseca: tre momenti della letteratura argentina
Internacional
La finzione Laiseca
letteratura e altri buchi
L'assurdo universo di Alberto Laiseca
Lupus in Crapula

Una cosa punk: Contra Salonem

Is it better to burn out than to fade away? Is it? Non ci compete nient’altro che le parole – nient’altro che le idee. Così al bagno glamour del Salone del libro di Torino abbiamo risposto nell’unico modo possibile: non ci siamo andati di persona, abbiamo inviato i nostri emissari: parole e idee (deleghe di deleghe di deleghe: così funziona il pensiero, così ci adattiamo al suo ritmo – dice questo ritmo: un’idea è più forte, più importante dell’individuo che…

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In memoria di Ricardo Piglia
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Crapula Edizioni

Cormorani

Noi viviamo sopra i fumi di un’antica palude bonificata dall’uomo in tempo di guerra. Un luogo in cui le gradazioni di luce si perdono nel freddo abbraccio della nebbia, che d’inverno è brina e d’estate è vapore. Uno spazio geometrico diviso in enormi rettangoli, dove mandrie di bufale mansuete offrono i propri capezzoli al rude tocco dei butteri. Neri uccelli acquatici dalle grandi ali le guardano stando su una sola zampa, difensori silenziosi di piccoli atolli dispersi nel nulla. La…

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letteratura e altri buchi

Dimentica di respirare

Fin dalla mia prima apnea con Maurizio avevo dovuto imparare molte cose di cui prima non sapevo niente di niente. Capii che dovevo mettere da parte il mio istinto o, quantomeno, dovevo tenerlo a bada. Per esempio, davo per scontato l’atto di respirare. Non mi ero mai chiesto esattamente come funzionasse. Maurizio mi insegnò che il respiro era un atto naturale e spontaneo: quando nel sangue aumenta il volume di anidride carbonica, al cervello, o più precisamente al bulbo rachidiano,…

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Lo Sgargabonzi: ridere di gusto e «col groppo in gola»
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F. Kafka – Lettere a Milena, p40

[Praga, novembre 1920] Tu dici, Milena[1], di non capire. Prova a capire, chiamandola malattia. È uno dei tanti sintomi di malattia che la psicoanalisi ritiene di avere scoperto. Io non la chiamo malattia e nel contributo terapeutico della psicoanalisi vedo un errore disperato. Tutte queste presunte malattie, per quanto possano apparire tristi, sono atti di fede, modi che l’uomo in difficoltà ha di ancorarsi a un qualche suolo materno; e così la psicoanalisi trova anche come fondamento delle religioni soltanto…

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La finzione Laiseca
29 Novembre 2019
Crapula Edizioni

Micromenippea #3 – Imperativo anticategorico [corridoi disumanitari bis]

Che poi sei frocio? La cosa che di te senti più vera è il polimorfismo libidico scarsamente differenziato – ma non diresti mai di essere un perverso polimorfo perché temi come la peste la fraseologia freudiana metabolizzata dalla cultura generale e nulla ti sembra tanto di cattivo gusto come questa anche se in verità il concetto è lo stesso e l’agenitalità dell’infante è analoga alla tua, quella dell’impotente che compensa con una vaga totipotenza – aspecifico con sfumature demisessuali. Visto…

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Lisbona e le scaturigini della selva post-esotica
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Crapula Edizioni

L’ukulele verde del Vermont

Yes attraversa la piazza a passo svelto, un sole d’argento staziona nel firmamento, troppo splendente per essere detto luna. L’esame è andato bene. Sua sorella No lo aspetta ai piedi del monumento ai caduti, raccolta in un’impermeabile rosa, cuoio chiaro di ballerine, spire Marlboro Gold. Un glicine si inerpica rannuvolato. L’insegna fucsia del bar gelateria ne celebra la spumosa conversazione avvolgendone le membra in acida sacra aureola, fungo purpureo d’atomica, incruenti sbuffi di coriandolo. Una piccola colomba plana di piuma…

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Il viaggio

Quando sentì l’attrito del carrello sopra l’asfalto e la voce del pilota annunciare una temperatura di ventisei gradi, Anne si slacciò la cintura. Fuori dal finestrino il giorno era appena iniziato e della notte restava una luce bluastra macchiata di rosa. In aeroporto Anne si chiuse nella prima toilette. Sfilò cappotto e maglione, indossò una maglietta sopra un paio di jeans, dei sandali bassi al posto delle scarpe stringate. Ficcò i vestiti invernali nel borsone di cuoio, non aveva con…

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Go Hifreann Leat

Colonna sonora: The Waterboys, Fisherman’s Blues, 1988. Quando O’Brien, tirando a fatica la rete sulla barca, ci trovò impigliata la ragazza con le trecce, imprecò forte. Lo fece in gaelico, convinto che fosse l’unica lingua che la divinità a presidio delle acque del fiordo comprendesse. Il corpo era levigato e devastato dal mare e dal sale, ma toccarlo di nuovo gli procurò lo stesso spasimo. Lo sistemò in un telo cerato giallo, azionò il piccolo motore a elica e si…

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La sposa

«Uagliù, inizia a fare buio» disse Giannino Mezzarecchia «torniamo a casa, altrimenti sono mazzate». Lo guardai di sguincio, piegato dentro dal ricordo della cruda cinghia, quella vecchia di cuoio consumato che il Nonno, uomo austero ma giusto, ligio a poche leggi ataviche, teneva solo per noi. «Allora? Ce ne andiamo o no?» continuò Giannino. Tutti abbassarono la testa, imitando il sole appena fuggito, lontano, dietro i colli sconosciuti. Un giorno li avremmo vissuti, quei colli, ma fuori tempo massimo, ormai:…

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Margaret Atwood: “L’assassino cieco” e altre storie

Dieci giorni dopo la fine della guerra mia sorella Laura volò giù da un ponte con un’automobile. L’assassino cieco è un romanzo che non va letto, ma va scavato. Quella che dà il titolo al libro è solo una delle storie raccontate da Margaret Atwood, una storia nella storia, narrata da un personaggio che viene narrato a sua volta, e che offre una chiave di lettura sia della voce narrante principale che dell’oggetto della narrazione. Lo scavo è necessario a…

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