Apparato di sabotaggio: la versione Gomez

Ubi Id, futurum Gomez S. FREUD, De fato ECATEO IL MILESIO, “Gli squali del Nilo”, Geografia Io sono l’equivoco fatto...

Parodia, esasperazione e degradazione: Alberto Laiseca, lettore di Borges

Selezione degli estratti dall’originale e traduzione a cura di Federica Arnoldi e Alfredo Zucchi. * Una questione di gerundi...

Saer, Aira, Laiseca: tre momenti della letteratura argentina

Selezione dall’originale e traduzione a cura di Loris Tassi. * L’eredità di Saer È molto difficile imitare il respiro...

La finzione Laiseca

Traduzione a cura di Maria Cristina Cavassa. In Laiseca 2017, 121-131 (postfazione a È il tuo turno); per gentile...

L'assurdo universo di Alberto Laiseca

In Laiseca 2013. A Edizioni Arcoiris si devono: Laiseca 2016 e Laiseca 2017 b. * E per quindici giorni...
Lupus in Crapula
Apparato di sabotaggio: la versione Gomez
Internacional
Parodia, esasperazione e degradazione: Alberto Laiseca, lettore di Borges
Internacional
Saer, Aira, Laiseca: tre momenti della letteratura argentina
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La finzione Laiseca
letteratura e altri buchi
L'assurdo universo di Alberto Laiseca
letteratura e altri buchi, Senza categoria

A colloquio con Jonathan Bazzi

Andrea Zandomeneghi: Febbre presenta una scrittura matura: asciutta, affilata, priva dei virtuosismi e degli orpelli narcisistici tipici dell’esordiente. Come sei arrivato a costruirla? In particolare quanto e in che maniera le collaborazioni con Gay.it, The Vision, Vice e Il Fatto hanno fatto maturare la tua prosa e la tua visione delle cose? Jonathan Bazzi: La mia scrittura è cambiata molto nel corso del tempo. Cinque, sei anni fa – periodo in cui, incapace di darmi possibilità più concrete, mi sono…

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letteratura e altri buchi

Conversazioni con gli Sciamani – Pier Paolo Di Mino

Andrea Cafarella: Pier Paolo e io ci conosciamo da un paio d’anni. Lo avevo sempre guardato a distanza, leggevo i suoi pezzi, lo salutavo con gentilezza. Niente di più. Poi ho letto un suo testo su James Hillman che inizia così [e che potete trovare qui]: «Voglio parlare di James Hillman per parlare del grande Dio Pan. O, forse, voglio parlare di James Hillman come fosse il grande Dio Pan, figlio d’Ermète diletto, bicorne, vago di strepiti, piede di capra»…

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Conversazioni con gli Sciamani – Sara Gamberini
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Conversazioni con gli Sciamani – Agnese Grieco
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letteratura e altri buchi

Chilografia

Palla non è Palla. È Palma, è Palmina, è Mina, è Amò. È Porcotta, è Dart. È tonta, è picchiatella, ´ncojonita, cojona. È ‘na zoccola, ‘na bestia. È una bambina che vuole fare ancora cinque minuti di pósoposino. Il Diario di Palla non è un diario. Invece dell’atteso incipit in prima persona a inizio libro, un occhio narrante incollato alla protagonista la segue in ogni suo movimento, si sofferma maniacale sugli oggetti, sul sangue. Assisto al rituale del lavaggio della…

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Crapula Edizioni

La grande macchina

Ciò che scrivo non è frutto di fantasia. Cosa altri hanno detto della realtà, che io conosco per averla vissuta in prima persona, mi è del tutto indifferente. Probabilmente della mia versione qualcosa è trapelato, una volta o persino molte, ma questa discussione mi interessa meno rispetto all’accuratezza con cui, dopo tanti anni, ho cercato di ricostruire gli eventi. So che le mie affermazioni sembreranno assurdità, ma il mio proposito non è certo sorprendere chicchessia, né cancellare le falsità che…

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Esercizio di sabotaggio #4: GUDISK
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Alienati nell’analogia
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Crapula Edizioni

L’ultima notte della gazzella

Poi siamo andati al Carrefour. Dovevo mangiare qualcosa per placare la chimica, in più i lampioni fulminati intorno alla stazione mi stavano facendo salire le paranoie nere, come se la notte dovesse divorare tutto da un momento all’altro. Là dentro invece c’erano le luci bianche; le corsie e la roba in perfetto ordine mi davano l’impressione che non stesse andando tutto a puttane, che ci fosse ancora un senso netto delle cose. Andrea era accanto a me. Non parlava da…

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Crapula Edizioni

Emme come Marta

La mia mamma ha ucciso il mio papà, o forse era il contrario. No: la mamma viene prima del papà. Uno dei due comunque è finito in prigione e l’altro è morto. No: uno è morto e l’altro è finito in prigione. La morte viene prima della prigione. Io ora vivo dalla zia. La zia Mia è gentile con me, anche se non capisce che non deve toccare le mie cose. E non lo capisce nemmeno Nadia, la domestica, che…

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Letteratura e identità. Ricordo di Vincenzo Testo

Chi narra il narratore? Abbiamo fatto il nostro tempo – Vincenzo Testo   Suppergiù nel 1999, i giovani più istruiti e al passo con i tempi smisero di leggere romanzi. Abbandonarono sia la buona vecchia narrativa edificante, sia le astruse scritture di avanguardia. In quel momento, con le parole di Sloterdijk, la letteratura diventò una subcultura. Gli autori che non se ne accorsero furono relegati nella c.d. “narrativa ombelicale”, spregiativo di sapore stalinista venuto di moda dopo la reazione di…

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Baroncelli: ritratto in cinque vite e due o tre favole
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Anita

Ho conosciuto Anita in un tempo mitico, reso sacro dalle infinite varianti di chi assieme a me l’ha raccontato giorno dopo giorno senza requie, finendo per illudersi di averlo vissuto. Potrei dire che sono passati quindici anni da quando mi ha rivolto il suo primo sguardo, ma è una durata simbolica. Sottolineo che si è trattato di sguardi prima di tutto, poi di parole, un flusso continuo di cui solo ora avverto la vertigine. Aveva un modo strano di parlare,…

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Manifesto per una lega dei cuori gentili
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Conversazioni con gli Sciamani – Donato Novellini

Donato Novellini è l’autore di Bar, un libro di racconti pubblicato dalla casa editrice Giometti & Antonello. (Per chi voglia sapere cosa penso, più approfonditamente, di questo libro, può consultare questo pezzo che ho scritto per «Cattedrale, l’osservatorio sul racconto»). Donato è un artista e performer mantovano. Ha vissuto diverse esperienze in questo campo, esponendo in molti spazi le sue opere. Ha scritto di design, musica, critica letteraria e cura rubriche che parlano di qualunque cosa. Sì, di qualunque cosa…

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Il capolavoro

«Sarà vero?» domandò lei, fissando l’uomo che batteva i pugni contro il vetro. Sembrerà strano, ma era quello su cui m’interrogavo anch’io da quando eravamo entrati nel museo. Nell’ultima mezz’ora avevamo ammirato un alce sotto formalina, caschi di banane che straripavano da un furgoncino, un teschio umano coperto da orsetti gommosi. Era tutto finto? A quanto lessi, le banane erano di resina, e così gli orsetti gommosi. Ma il bestione con le corna arrivava dritto dalle foreste finlandesi, e il…

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