Apparato di sabotaggio: la versione Gomez

Ubi Id, futurum Gomez S. FREUD, De fato ECATEO IL MILESIO, “Gli squali del Nilo”, Geografia Io sono l’equivoco fatto...

Parodia, esasperazione e degradazione: Alberto Laiseca, lettore di Borges

Selezione degli estratti dall’originale e traduzione a cura di Federica Arnoldi e Alfredo Zucchi. * Una questione di gerundi...

Saer, Aira, Laiseca: tre momenti della letteratura argentina

Selezione dall’originale e traduzione a cura di Loris Tassi. * L’eredità di Saer È molto difficile imitare il respiro...

La finzione Laiseca

Traduzione a cura di Maria Cristina Cavassa. In Laiseca 2017, 121-131 (postfazione a È il tuo turno); per gentile...

L'assurdo universo di Alberto Laiseca

In Laiseca 2013. A Edizioni Arcoiris si devono: Laiseca 2016 e Laiseca 2017 b. * E per quindici giorni...
Lupus in Crapula
Apparato di sabotaggio: la versione Gomez
Internacional
Parodia, esasperazione e degradazione: Alberto Laiseca, lettore di Borges
Internacional
Saer, Aira, Laiseca: tre momenti della letteratura argentina
Internacional
La finzione Laiseca
letteratura e altri buchi
L'assurdo universo di Alberto Laiseca
Crapula Edizioni

Se il nostro amore vale qualcosa

I Era lei a chiedergli di osare. L’ultimo movimento doveva spingere i toni del realismo al suo margine estremo: “Se il nostro amore vale qualcosa” – evocando, insolitamente pignola, nei suoi striduli accenti, parole come purezza e fedeltà – “devi avere il coraggio di metterlo in musica. Ancora io non sento quel pathos, quella seduzione… la stessa presa ipnotica che ha imbambolato noi due!” Era nuda in mezzo al letto, stesa su un fianco, con il bocchino di grafite tra…

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letteratura e altri buchi

Esercizio di sabotaggio #2

Tema dell’esercizio: moriamo delle nostre febbri polimorfe e combinatorie, più che delle nostre malattie di discendenza o che hanno esse stesse la loro discendenza. L’interpolazione è un’antigenealogia? Nota: Per le ragioni di cui sopra non laudo chi vive sempre con simulazione e con arte, ma escuso chi qualche volta la usa. (Vv. Cuitzialtimi) Svolgimento dell’esercizio. «Che cos’è che ha tenuto a freno le belve sanguinarie che si chiamano uomini? Che cos’è che li ha guidati fino ai nostri giorni? All’inizio…

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Esercizio di sabotaggio #4: GUDISK
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letteratura e altri buchi

L’eroe tra psicanalisi, società e scrittura: da Campbell a Vogler

È noto che George Lucas per Star Wars si sia ispirato a L’eroe dai mille volti di Joseph Campbell, e tuttavia poteva anche non farlo allo stesso modo in cui chi scrive favole non ha bisogno di conoscere Morfologia della fiaba di Vladimir Propp. Le teorie sono infatti sempre postume, anche rispetto alle opere che le seguono. Ciò che ci interessa è che questa prima opera di Campbell, uno dei più famosi studi di mitologia comparata, sia diventato anche uno…

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La tragedia dello sguardo immaturo
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Crapula Edizioni

Le sette segrete del Lete

L’erpete s’estese. Febbre, peste: Mercedes ebbe tremende pene nelle estreme e deste sere. Nel breve rese le penne, decedette, e le venne d’esser cenere. Ebbene, scese nelle fredde melme del Lete e, sebbene fremente, ne emerse. Spense le ferree certezze terrene del sé precedente, e gemette. Stette greve nel vedere selve nere per leghe e leghe. Terre depresse. «Perché me? Perché Mercedes, erede d’eccellente gente perbene, è nelle dense selve delle tenebre peste?». Repente venne Selene, che le fece: «Mercedes…

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René Avilés Fabila. Mostri, gabbie e labirinti
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Crapula Edizioni

Hayato Matsumoto

Hanno cambiato la responsabile del servizio mensa in una delle scuole dove lavoro. Sono venuto a sapere di questa novità quando questa donna sulla cinquantina (53) è venuta a salutarmi e a presentarsi. Il nome, a dire il vero, non lo ricordo, ma non credo avrò mai nessun problema nell’identificarla in sede giudiziaria: mentre la precedente impiegata era la classica signora grassa e chiacchierona che ci si potrebbe aspettare a fare un lavoro del genere (46), questa nuova leva sembrerebbe,…

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Ristoranti di poco pregio n.1 – Tsumoro
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La chiave

E qualche volta, a notte tarda, mi capita di passare accanto a una vetrina con manifesti del simstim, con tutti quei bellissimi occhi identici che mi guardano da facce quasi identiche, e qualche volta gli occhi sono i suoi. William Gibson, La notte che bruciammo Chrome. potrebbe essere finita  Shantenaz o forse no, lancio il programma di recupero e ti vedo così come ti ho salvata nella mia memoria, eri ancora una lucertola allora una tossica dei bassifondi, succhiavi…

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Tecnologia olandese

Il 16 aprile Carlo Bondoni ha cominciato la transizione verso una forma di esistenza vegetale. Il paziente aveva settantanove anni; gli stessi che indica tutt’ora il referto, finché l’autopsia non ci permetterà di sezionare il fusto rinvenendo verosimilmente una serie di anelli concentrici. Il paziente godeva di uno stato di salute accettabile. Pressione nella norma, apparato cardiocircolatorio funzionante, recenti radiografie che indicavano una polmonite in remissione: nessuna traccia di alveoli avventizi predisposti per la fotosintesi. Ogni giorno il paziente si…

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11 Gennaio 2019
La letteratura italiana è ancora viva. Intervista a Michele Vaccari
24 Marzo 2018
Crapula Edizioni

Forme brevi – Dossier Piglia

Dal quarto numero di Ô Metis, Forme Brevi, l’estratto del dossier a tema Ricardo Piglia (Adrogué, 24 novembre 1941 – Buenos Aires, 6 gennaio 2017): scaricalo qui in pdf. Contiene: Bovarismi, di Alfredo Zucchi Tesi sul racconto, di Ricardo Piglia, traduzione di Alfredo Zucchi Samuel Beckett, Molloy o del penultimo, di Luca Mignola Bagliori estremi e microletteratura ai tempi del web 2.0, di Antonio Russo De Vivo illustrazione di Adriano Annino per Ô Metis IV, Forme Brevi  

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Sana come un pesce

Quando ero piccola, anzi, quando ero una bambina e per strada gli altri bambini mi prendevano in giro, mia madre, per rassicurarmi, mi disse che ero come tutti gli altri, sana come un pesce. Ma non era vero che ero come tutti gli altri. Io giocavo, mangiavo, piangevo, ridevo; ma ero comunque diversa dagli altri. Forse perché da terra il mio cervello dista solo 138 centimetri. Decido di smettere di misurarmi, cancello tutti i segni e le tacche sul muro,…

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Non fermarmi proprio adesso

Fissavamo la luce bianca del lampione fuori al cancello dell’ospedale, e io ero rimasta dentro tanto di quel tempo che al primo soffio di vento sono saltata per aria, il freddo mi ha avvolta come un maglione di ghiaccio, e Nicola per togliermelo di dosso è tornato dal bar con un cornetto caldo, al cioccolato, che faceva schifo, e guardandoglielo mangiare il freddo mi si è sciolto sulla schiena, e io mi sono sentita umida e senza niente addosso, e…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p9
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