Stamattina a Crapula, come petit déjeuner, vi offriamo la limpidezza di Arturo.
Vagabondi (A. Rimbaud – Illuminazioni)
Povero fratello! Quante veglie atroci per causa sua! “Non affrontavo con sufficiente fervore quell’impresa. Mi ero preso gioco della sua infermità. Per colpa mia, noi saremmo tornati in esilio, in schiavitù.” Sospettava in me una fotuna e un’innocenza molto strane, e allegava ragioni inquietanti.
Io rispondevo sghignazzando a quel satanico dottore e finivo col raggiungere la finestra. Creavo, al di là della campagna attraversata da strisce di musica rara, i fantasmi del futuro lusso notturno.
Dopo questa distrazione vagamente igienica, mi distendevo su un pagliericcio. E quasi ogni notte, appena addormentato, il povero fratello si alzava, con la bocca imputridita e gli occhi fuori dalle orbite, – proprio come egli sognava sé stesso! – e mi trascinava nella sala urlando il suo sogno di dolore idiota.
Avevo infatti, con la massima sincerità di spirito, preso l’impegno di restituirlo al suo stato primitivo di figlio del Sole – e noi erravamo, nutriti del vino delle caverne e del biscotto della strada, io ansioso di trovare il luogo e la formula.
grazie, davvero.
Sono contento che ti sia piaciuta la colazione.
A presto, per il resto del pranzo. :)
Non lo leggevo da anni, merci
prego.
buon risveglio :)
non dormo mai, non mi sveglio mai e fumo :P
la modernità lo esige: tanto fumo e poco sonno. (l’arrosto l’hanno già finito.)
Per quello ho scritto del tabaccaio nell’epoca della sua riproducibilità tecnica. ;)
l’apprezamentoo è di un tabagista.
uno pure si dece cercare dei disvalori che la letteratura usa a fini puramente estetici.
il problema di Zeno, in realtà, non lo è affatto – e un americano come McCarthy lo sa bene.
ma lo sappiamo anche noi che non siamo americani, solo che shhhhh.
si.
ma tacere, tacere a lungo.
parlerò da morta, penso.
spero tu non voglia dire la verità, da morta, dico.
berenice lo ha fatto, a suo modo.
erano altri tempi.
potessimo ancora fingere di credere all’alterità, anche berenice ci parrebbe più vicina.
ho dimenticato di menzionare il fatto che musicalmente sono trincerata nell’89 e sentimentalmente non esco dal 1934
quand’è morta billie holiday?
ecco, in quel tempo avrei sofferto decentemente.
nel 1959, come le mie speranze.
resta il fumo – e la memoria crudele.
fortunatamente.
la memoria è un fardello se non è totale, vorrei ricordare l’era di Planck
e dire che c’è chi vuole dimenticare, ma certo questi non sanno che si perdono.
la memoria è ciò che di più rasenta la tragedia, in quest’epoca ridicola. ;)
(io non m’accontenterei nemmeno di ricordare la battaglia di Salamina)
assolutamente, anche se la battaglia di Salamina non me la ricordo neppure io e mi sembra brutto gugolare. Sono sincera.
Il tempo di Google, meno commovente di Hal9000, però.
tristissimo, come un albero di natale
e le cene in famiglia allargata.
e baciare i parenti alla lontana, che fastidio baciare tutti.
e i pizzicotti delle zie maniruvide!
a volte immagino Verlaine che sbaciucchia Rimbaud, tanto per nausearmi un po’.
secondo te la nonna di Verlaine gli dava i soldi di nascosto, tipo spacciatore, per il gelato?
(sta per diventare il post più commentato di wordpress)
spero si vinca qualche premio.
secondo me Verlaine non mangiava caramelle, solo fango e erbacce e spacciava oppio alla nonna, per spillarle soldi per il fango.
volevo dire gelato no caramelle, ma il fango resta.
no ma non ti correggere, ogni nonna dà soldi per motivi diversi. Ma io non sono mai stata una fan delle caramelle, se dolce sia mi deve soffocare. Verlaine sarebbe d’accordo.
Certo, con tutto quel languore da coliche spastiche.
Io preferisco il chimico della Nutella, quel residuo acido della cucchiata sovrabbondante, in questo sopravvive Verlaine nella mia memoria cruenta.
il sublime è nella vita prima che nell’arte, poiché nell’arte vi è l’unica vita possibile.
si sale di tono. ci vuole musica, però.
l’arte per l’arte?
l’arte per il cielo, non quello blu alla caravaggio, ma quello pieno di galassie, insondabili.
quello fa impazzire, ho letto.
forse è uno stadio terminale dell’umanità.
sì fa impazzire, almeno io non ci dormo per quello. Check email.
io ci penso raramente, da qui a stento riesco a vedere le costellazioni.
I will.
Alonso ma che ci hai messo nei cornetti?
(e buon appetito, xxxxxxx e Martina Montague)
la crema di zazàh!