Venerdì, i militi ignoti si svegliano. Tutti ritti e venosi e pulsanti. Si alzano, caffè, cesso, altro caffè. Sempre ritti, venosi, pensosi per i deserti bagni, vanno misurando. Venerdì, giorno di poeti ignoti, di militi del cazzo.
Allora, per distrarsi, pensano a chi è già passato oltre la noia. Allora Rimbaud, Una stagione all’inferno o Illuminazioni, qualcosa che possono digerire, per non sentirsi Zeno o zero.
Allora, anafora! Santa anafora, ci fosse una volta che non ti prendessero a modello – o a modo, moderno: sempre Rimbaud, che va fuori dall’Inferno, che va a lavorare. Qualcuno ci provi a dargli del coglione, magari ai suoi epigoni, se non fossero ignoti. E quindi, ripetere: a modo, moderno – filologia antica insegna: modo, avverbio di tempo “adesso, in questo momento”, con senso di necessità, di urgenza. Per questo Pound dice – a memoria in un intervista con Pier Paolo Pasolini o “la pietà di Michelangelo” – che bisogna usare la parola “contemporaneo”. Pound, uno dei modernisti? Rimbaud, uno dei poundisti? Ah! Non anafora, ma dopo-prima, autoscontro e calcinculo! Nosense makes sense!
E in un porno, uno della serie FakeAgentUk (la finzione, militi del cazzo, è ciò che fa spruzzare. Non essere ed essere, come i taoisti, senza Foresta Nera, pussy shaved.),dopo che l’attrice è stata intervistata, masturbata, slabbrata, lui (John the Baptist) dà la soluzione al modernismo: “And now show me what you got!”