Un pezzone di Alonso sul primo dei tre sedicenti capolavori di Massimiliano Parente. Da rigustare pezzo pezzo.
Rendiamoci conto della direzione che ha preso la letteratura italiana in seguito alla pubblicazione dei Canti del Caos di Antonio Moresco e della (successiva ed altamente ispirata da Moresco) trilogia inumana di Parente (La Macinatrce, Contronatura e L’Inumano). A chi dice che la letteratura italiana è in fin di vita rispondere nisba, nein.
Inoltre, come una bella rassegna stampa, ecco un testo sui Canti del Caos dell’ottima Raffaella Foresti, su Alieni Metropolitani.
Sono in ritardo, come sempre. Ho preso in mano Canti del Caos, e per il momento l’ho sfogliato con un certo impegno. Mi lancerò poi nella lettura, e, se mi riesce, farò qualche riflessione sul ruolo di quest’opera rispetto allo stato attuale della letteratura italiana.
Mi pare che nella sua recensione Raffaella Foresti parli di Bellezza… in senso lato, s’intende. Per il momento i miei occhi sono curiosamente presi dalla solarità che s’irradia dal volto di Moresco nella foto in quarta di copertina. Devo cercare di capire il perché di questa magnetica attrazione, diciamo così.