Ai pochi avventori che passano da queste parti – a noi stessi, in fondo – un messaggio. Pure noi vogliamo cambiare, ne abbiamo il diritto, dico, una tantum. Cosí abbiamo deciso – noi stessi, dico, sporchi, anonimi e collettivi – di restringere il campo ed allargarlo allo stesso tempo: approfondirlo. Vogliamo discutere di letteratura,(ogni tanto persino d’altro, di cinema, di musica – arte e cultura, insomma).
“Sublimiamo la crapula!” seguitava cantando, per mesi, l’orda zozza, l’orda anonima che sovrana, dal basso, ci governa. E noi, che siamo ruffiani e ci intendiamo di politica oltre che di lettere, infine ci siamo detti: “sia!”. E così é stato, come nella più classica delle genesi.
Si comincia con un manifesto piccolo piccolo (non sia mai, uno rischia di fare la fine dei surrealisti, morendo con in mano la lista della spesa – modestia, ci vuole), poi piano piano, come una discesa nel regno di sotto, allargare e approfondire, fin quando l’aria si fa irrespirabile – ma prima di allora c’è tempo.
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