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Lupus in Crapula

Mi scuso con l’avanguardie (Il giardino)

Mi scuso con l’avanguardie. Nel Giardino antistante la nostra casa, qui a Vacca Pezzata, c’è un pascolo di mendicanti. Noi li vediamo senza scampo, ma solo ora ce lo mettiamo in bocca questo “senza scampo”, questa grammatica che serve a rendere la loro sorte ciò che è, poiché sono tutti mendicanti morti. (È usanza a Vacca Pezzata avere mendicanti defunti nella propria avanguardia. Lavorano meglio degli spaventapasseri). Non potevano fare altrimenti? Non morirne della loro mendacità? – A volte certe…

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letteratura e altri buchi

Lo scrigno

“Perché uomini d’azione, chiedi? Perché il contrario ci renderebbe uomini di coscienza…” “Un buco di legno. Fuori, la notte; fuori e dentro. Nel fondo qualcuno è seduto al piano, una spugna di suoni. Lui dentro, magro, sottile. Non è solo, un amico con lui: pallido, sulla maglietta nera gli schizzi di lacerazioni precedenti. È morto. Quell’indumento macchiato a scaglioni, a pezzi – una grotta di stalattiti grigie e rosse – è il suo stesso petto.” Il luogo è lo stesso – ogni…

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A ondate (Lo stimolo e lo sprone III)

Tante chiacchiere – le chiacchiere che aiutano il rumore a farsi corpo impellente. Da tempo avevo un testo in mente, per parlare del più abusato dualismo (Dioniso-Apollo). Un dualismo sulla cui natura s’è fatto dibattito qua dentro. E invece di scrivermi addosso – una pratica sempre piu scompisciona – ho deciso di usare un passo da un testo lungo su cui (sul testo, non sul passo) lavoro da due anni lunari ormai. Un passo che in qualche modo, da lontano…

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Lupus in Crapula

Geraldine Prout – una canzone d’amore

Come avrà fatto il Filologo a scoprirci, ancora? Eravamo nascosti in una cantina. Eppure se ci ha trovati, ciò dimostra che le mura delle case sono sempre troppo sottili, passa ogni respiro. Le case non sono luoghi sicuri. Ecco, in questo modo ci ha trovati. E credete voi, amici di Crapula, che pur avendoci trovato si sia atto vedere in volto, nel suo vero volto, il Filologo? Macchè! Era tutto fasciato, una mummia. “Vengo dall’Egitto, quelli ancora oggi preferiscono spedizioni…

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Lupus in Crapula

Live from anywhere

“Allora, dove siamo finiti, Fahridi?” gli chiedo. “Dove siamo? Finiti? – Se proprio vogliamo essere, almeno siamo iniziati!” mi risponde, e non sta scherzandomi. “Che ora è?” Non mi trattengo, è più forte di me. “L’urgenza, Quijano, non c’interessa. L’urgenza non è un problema di musica.” Mi rincuora l’arabo, sbarbato, tutto ripulito fuori. “Quando? Inizia la commedia quando? – Te lo ricordi questo vecchio adagio?” Mi dice, ride  e quasi gli cade la chitarra di mano. Io rido, la chitarra…

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Filologicon Crapula

Filologicon Crapula: Canto d’acqua stillante

Torna alla memoria un pezzo che in un’altra vita ho finanche musicato e che ora mi sfizio solo di tradurre. (Eppure, mi dico: Quijano, c’era un passaggio in quinta dimuita che vale forse la pena riprodurre. O no?) Dunque: T. S. Eliot, The Waste Land, capitolo V (What the Tunder Said), versi 331-358: Here is no water but only rock Rock and no water and the sandy road The road winding above among the mountains Which are mountains of rock…

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Lupus in Crapula

“Oh Crapùl!”

C’era un saggio una volta, se ben ricordo, e questo saggio era solito dirci: “Quijano e Fharidi, voi volete fare vera mente come quello che parla per accenni?”. Noi, l’entusiasmo ci ha sempre sfruculiato il glande, e gli rispondevamo “Oh Crapùl!”  e ridevamo. Un giorno, tuttavia, veniamo a sapere che Mr. McMetis era il tale saggio. “Maledetta la nostra iconoclastia del nome e del nume!” abbiamo imprecato, perchè pensavamo che non avrebbe fatto più ritorno. Eravamo ingenui, forse non eravamo…

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Lupus in Crapula

Filologicon Crapula: certe vie del mezzo.

Ieri sera, in un incontro privato – un incontro di sole voci -, eravamo in tre: io, Alfahridi e Agathe. Dove eravamo, se in fodo si trattava di essere voci, onde sonore e niente più? E’ semplice, così semplice perché c’è un indirizzo (sì, tutto questo mistero in verità a che serve?): Via Gran de Mantis, 10, Vacca pezzata. Eravamo lì seduti ciascuno sul proprio culo – che comodità il culo! – e discutevamo, facendo connessioni, cercandole più che altro….

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