Abismo delle fiere (ready-made?)
Il velo volgare? Abismo delle fiere (ready-made?).
Leggi tuttoTag
Il velo volgare? Abismo delle fiere (ready-made?).
Leggi tuttoEccolo (questa non è una tenda, un velo): In pdf, nel link di seguito (cliccateci sopra per visualizzarlo: non è una tenda, né un velo): Abismo delle fiere (ready made?). Una calligrafia di Chiara Perrone da pezzi di vecchi versi miei. Da scaricare, stavolta, per la prima volta. Probabilmente anche l’ultima volta.
Leggi tuttoEdizioni Crapula: Tecnica, tecnica!. E in questi giorni di muri del suono infranti (e già così infranti) ed altre analoghe ovvietà, è bene ricordare: esercizio; tecnica, tecnica.
Leggi tuttoCrapula ha ricevuto di recente critiche, lamentele dovute all’estrema lunghezza di un post. Ed è vero: l’immane lunghezza cozza col mezzo (la rivista digitale), riducendone (compromettendo) il raggio di ricezione (il fine). Ma il punto, qui, non è il fine né il mezzo, ma il buco senza fondo. Così, il post incriminato e i suoi episodi precedenti troveranno in futuro un luogo più adatto – per ora, tuttavia, non c’è alternativa. La logica stessa del pezzo lo vuole, e il pezzo…
Leggi tuttoL’aria si fa inspiegabilmente limpida. Il luogo è un ossimoro, ora. “Si va avanti qui, se davvero si va e non si sta fermi.” Osserva Fharidi, il viso abbagliato dalla luce. “Si è moltiplicato tutto! Il campo è uno specchio.” La palla intonsa e bianca e la sua riproduzione nello specchio, a centrocampo. Quel che resta di Bloom controlla che le squadre siano schierate. Non manca nessuno. Due fischi. Platini la dà indietro, la palla rotola sdoppiata, mentre le due…
Leggi tuttoSchiller e i suoi sono fuori, sorpresi. Bloom fischietta con la testa in mano ed i gufi, posati intorno, ricambiano. Dalí insiste che i “gufi non son quel che sembrano”. Pound, intanto, s’allontana con Dante tra i sicamori. Eliot, ancora in panchina, consola Virgilio, che è costretto ad abbandonare la partita per l’estrema umidità della nuova sede ed il traghetto per Atene. “Che cosa vuoi, ora?” pare chiedergli l’inglese, “voglio morire!” dicono le labbra del mantovano. Omero, però, è lontano…
Leggi tuttoIncalza la neve; inonda, da fuori, la sala stampa “Black Mamba”. L’agone è bloccato. Bloom, canonico e calvo, intima ai due condottieri la pausa. “Un tè caldo, un latte macchiato. Un vin brulé, come volete. Ma così non si può andare avanti, non ci son più le condizioni per il capolavoro.” Schiller ringrazia con riverenza, s’aggiusta la parrucca leggermente inclinata dopo il vantaggio. – “O lo chiamavano Proschinesi?” così pensa Quijano. Bloom rimugina il fallo in saccoccia, si passa oscenamente…
Leggi tutto“Questo è il luogo, Fharidi. Il silenzio, il luogo eletto.” “Misura le parole, Quijano!” Il terreno pesante, l’aria gelida. La neve si deposita ai lati, i confini del campo non esistono. La palla-parola circola viscida, gli uni studiano gli altri, scivolano. Omero torvo in panchina s’infiamma con gli occhi. Il pubblico sbraita, insulta, sputa. Harold Bloom fischia per un fallo lanciato dagli spalti al centro del campo. Prende nota, lo occulta nelle mutande. “Sono lenti, riflettono. Si scivola, Fahridi. Non…
Leggi tutto