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Crapula Edizioni

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Crapula Edizioni: Il presente (IV)

Encore et encore. La quarta de Il presente.  Il presente, di Ciro Monacella (qui gli altri episodi: uno, due e tre, cinque, sei). Al matrimonio di sua sorella eravamo a tavola con un po’ di gente grigia, che pigliava colore solo alla nuova portata, specie se di carne. Ma giusto per i riflessi dei vassoi. E Sara era moscia: era un po’ di tempo che le mancava quella vivacità da fiorellino di scogliera inchiodato sulla spalla. Temevo che con me si annoiasse,…

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Crapula Edizioni: Il presente (II)

Il presente. Qui il primo. Buona lectura et crápula. (El potrero y la pelota no se manchan). Io oggi sono tornato a casa prima, dall’ufficio, di dieci minuti, giusto perché i mezzi erano puntuali, oggi. La bicicletta l’ho vista poggiata al pino, lasciata così in fretta come quando Giulio torna a casa solo per andare a bere. Però poi la piglia e se ne va di nuovo con quella distrazione che fa da specchio a tutto ciò che gli si…

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Crapula Edizioni: Il presente (I)

  Il presente Quella donna è matta. Avesse speso più parole, non dico quindici, ma almeno sei, tipo un forse, un quasi. Se m’avesse detto una circostanza, disegnato un’ipotesi, per quanto personale fosse stata l’avrei almeno azzannata, l’ipotesi. Invece. Quella donna è matta. Talmente condanna che assolve pure, come una testa che mi rotola in petto, ed io boia. Eppure sul ponte era stata davvero un po’ matta. E pure al matrimonio della sorella, quando balzò nella fontana e prese…

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Scontro al vertice (V) – Lo specchio delle idee

L’aria si fa inspiegabilmente limpida. Il luogo è un ossimoro, ora. “Si va avanti qui, se davvero si va e non si sta fermi.” Osserva Fharidi, il viso abbagliato dalla luce. “Si è moltiplicato tutto! Il campo è uno specchio.” La palla intonsa e bianca e la sua riproduzione nello specchio, a centrocampo. Quel che resta di Bloom controlla che le squadre siano schierate. Non manca nessuno. Due fischi. Platini la dà indietro, la palla rotola sdoppiata, mentre le due…

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Scontro al vertice (IV) Nel bosco

Schiller e i suoi sono fuori, sorpresi. Bloom fischietta con la testa in mano ed i gufi, posati intorno, ricambiano. Dalí insiste che i “gufi non son quel che sembrano”. Pound, intanto, s’allontana con Dante tra i sicamori. Eliot, ancora in panchina, consola Virgilio, che è costretto ad abbandonare la partita per l’estrema umidità della nuova sede ed il traghetto per Atene. “Che cosa vuoi, ora?” pare chiedergli l’inglese, “voglio morire!” dicono le labbra del mantovano. Omero, però, è lontano…

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Scontro al vertice (III)

Incalza la neve; inonda, da fuori, la sala stampa “Black Mamba”. L’agone è bloccato. Bloom, canonico e calvo,  intima ai due condottieri la pausa. “Un tè caldo, un latte macchiato. Un vin brulé, come volete.  Ma così non si può andare avanti, non ci son più le condizioni per il capolavoro.” Schiller ringrazia con riverenza, s’aggiusta la parrucca leggermente inclinata dopo il vantaggio. – “O lo chiamavano Proschinesi?” così pensa Quijano. Bloom rimugina il fallo in saccoccia, si passa oscenamente…

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Scontro al vertice (II)

“Questo è il luogo, Fharidi. Il silenzio, il luogo eletto.” “Misura le parole, Quijano!” Il terreno pesante, l’aria gelida. La neve si deposita ai lati, i confini del campo non esistono. La palla-parola circola viscida, gli uni studiano gli altri, scivolano. Omero torvo in panchina s’infiamma con gli occhi. Il pubblico sbraita, insulta, sputa. Harold Bloom fischia per un fallo lanciato dagli spalti al centro del campo. Prende nota, lo occulta nelle mutande. “Sono lenti, riflettono. Si scivola, Fahridi. Non…

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