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Martedì 24 settembre, per la prima volta, ci siamo fatti vivi in un luogo senza pixel. Non è cosa da niente, diventare corpo – non lo è soprattutto nel caso di un progetto come questo: siamo al limite della dicibilità, lo sappiamo e ce ne vantiamo. Lo sforzo di farsi capire (presentando non solo il secondo numero della rivista, ma il progetto crapula in generale) è stato, da parte nostra, ingente. Troppa carne al fuoco, forse – ma carne organica,…
Leggi tuttoLa nostra linea di diffusione, condivisione, tutta in un epigramma.
Leggi tutto[no image] Marziale, Epigrammi – Lib. IV, LIII Hunc, quem saepe vides intra penetralia nostrae Pallados et templi limina, Cosme, novi Cum baculo peraque senem, cui cana putrisque Stat coma et in pectus sordida barba cadit, Cerea quem nudi tegit uxor abolla grabati, Cui dat latratos obvia turba cibos, Esse putas Cynicum deceptus imagine ficta: Non est hic Cynicus, Cosme: quid ergo? Canis. *** Cosmo, tu pensi che questo vecchio, che spesso vedi all’interno del tempio della nostra Pallade e…
Leggi tuttoGiorni di risacca qui a Vacca Pezzata, in mezzo al mare. Questo luogo si sposta come isola vagante, e talvolta avvistiamo ancora i balenieri bianchi di luce bianca, come la Balena. A volte mi viene da credere che Vacca Pezzata sorga sul dorso tempestoso del mare solo perché… e come si spiega questa risacca? Leggete, leggete più che potete! Leggete con forza! CAPITOLO XCVII La lampada Se foste discesi dalle raffinerie al castello del “Pequod”, dove la guardia fuori servizio…
Leggi tutto“Perché uomini d’azione, chiedi? Perché il contrario ci renderebbe uomini di coscienza…” “Un buco di legno. Fuori, la notte; fuori e dentro. Nel fondo qualcuno è seduto al piano, una spugna di suoni. Lui dentro, magro, sottile. Non è solo, un amico con lui: pallido, sulla maglietta nera gli schizzi di lacerazioni precedenti. È morto. Quell’indumento macchiato a scaglioni, a pezzi – una grotta di stalattiti grigie e rosse – è il suo stesso petto.” Il luogo è lo stesso – ogni…
Leggi tuttoD’improvviso non ricordo le parole un tempo evidenti dunque impasto sotterro scavando e divelto rimando Né tantomeno musica – rimescolo, sono un mestolo. Sgocciolo, assaggio: se rigurgita, bene, ringrazio. Come medico: rumino, ausculto. Spesso mi perdo. Qualcosa vuol tradire il segreto che precede la parola – e scavo. *** Eppure ciò di cui sopra non è che un inizio, un esordio. La forma lunga (l’immane lunghezza) è la grande conquista – eppure il XXI secolo è il XXI secolo, non…
Leggi tuttoEccoci – martes o el dia de la guerra. E andiamoci, allora, alla guerra, come sempre accompagnati dal signore del comico. Andiamoci – con una pentola*. (Per ripetizione!) * Questo signore del comico, voi lo conoscete?
Leggi tutto“Del Gobbo, però, non si vede gobba, ma s’intende voce. Ingannarci – proprio lui, ancora, qui, oltremodo?” Si tormenta Fahridi, e cade con l’ispanico, muto di pensiero. Il canale va restringendosi più si cade, e le schiene dei Titani raschiano a volte il terreno, mentre precipitano verso un più fondo. Tutti cantano – la speranza dell’uscita, del futuro, dell’ignoto li spinge. “Ô Metis! Ô Metis! Ô Metis Ô!” intonano monocordi: canto e controcanto. Allora anche Quijano si mette a cantare….
Leggi tuttoCome avrà fatto il Filologo a scoprirci, ancora? Eravamo nascosti in una cantina. Eppure se ci ha trovati, ciò dimostra che le mura delle case sono sempre troppo sottili, passa ogni respiro. Le case non sono luoghi sicuri. Ecco, in questo modo ci ha trovati. E credete voi, amici di Crapula, che pur avendoci trovato si sia atto vedere in volto, nel suo vero volto, il Filologo? Macchè! Era tutto fasciato, una mummia. “Vengo dall’Egitto, quelli ancora oggi preferiscono spedizioni…
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