Della Letteratura il dio
[…] io non posso, forse per stanchezza, o pigrizia, o noia, riferire, quando scrivo, qualcosa che non mi abbia suscitato un’impressione di incanto poetico, o nella quale non abbia creduto di cogliere una verità generale. [Lettera a André Gide, 6 marzo 1914] In qualsiasi modo la si voglia mettere – timore reverenziale, noia, ammirazione, percezione del giusto valore –, parlare di Proust è un po’ come vedere il totem, toccarlo e accorgersi delle spine da cactus: quel termine spigoloso…
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