Scontro al vertice (VI) – La caduta (Et tu n’attends plus la mort qui viendra)
5 Settembre 2012
Nella ferita precipitano i corpi, ottemperando alla caduta. Lo spazio è più relativo del tempo incostante. Eppure si cade. E si vede, si annusa, si tocca. I sensi non mentono, non mentiranno. Il campo elettrico, il campo magnetico, la distorsione, il precipizio. Esiste questo infinito, pur sempre delimitato, e intorno le città sbudellate, incendiate da fauci meccaniche che sputano acciaio, da aerei bombardieri, funghi atomici, allucinazioni, iperventilazioni, morti. Tutto ciò che brucia è lo zolfo nelle narici: più si fa…
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