Farharhar
I. Nomadi I nomadi del Farharhar credono che non esistano cose definitive e fisse, perché le aborrono, e confidano fermamente nell’oblio. Vivono infatti nell’eterna ripetizione del dissimile, in una sequenza illimitata di Cicli incomparabili. Il loro Sovrano siede perennemente al centro esatto della Capitale. Quando muore uno, muore l’altra. Il suo corpo viene allora bruciato, la Capitale distrutta e abbandonata. Una nuova Capitale è fondata altrove, attorno al nuovo Sovrano, perché sia centro e cominciamento del Ciclo successivo. Dall’istante convenzionale…
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