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racconto

Crapula Edizioni

Ma lasciarti non è possibile

Ero a Roma con un preciso scopo, anche se spesso tendevo a dimenticarlo. Quel sole caldo, i profumi della primavera e le piccole, stupide cose della vita mi spingevano a sprecare tempo e energie. Così non andava bene. Mi ripromisi di concentrarmi di più sulla mia impresa. Giunsi qui a Roma il quattordici marzo, dopo una settimana di viaggio – circa seicento chilometri in autostop. Perché non presi il treno? Semplicemente non ci pensai. Persi pure due notti a Firenze:…

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A posto così

Per togliersi la vita, Ennio Barragli scelse un giorno in cui facesse bel tempo. La caduta sarebbe divenuta un volo, con lo sfondo del cielo terso, punteggiato da poche nubi dense a dare la misura del movimento. Per lo stesso motivo decise di indossare i suoi abiti preferiti; non necessariamente i più eleganti, ma quelli che lo facevano sentire bene: una camicia rosso pomodoro che scendeva morbida sulla pancia in procinto di gonfiarsi, pantaloni attillati di tela verde e sneakers…

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15 Aprile 2019
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Crapula Edizioni

Essere me

Il venerdì pomeriggio Luca finisce prima il turno: dal suo ufficio alla metro sono otto minuti di tragitto, undici dalla metro verde a quella rossa, sei dalla rossa all’ufficio di Serena. Il venerdì pomeriggio, in ventiquattro minuti – quasi venticinque – Luca è appostato dal lato di via Meravigli dove si aprono gli ingressi della Camera di Commercio. Serena esce uno o due minuti dopo il suo arrivo. Luca, il venerdì pomeriggio, in ventisette minuti, è dall’altra parte della strada…

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Crapula Edizioni

Cormorani

Noi viviamo sopra i fumi di un’antica palude bonificata dall’uomo in tempo di guerra. Un luogo in cui le gradazioni di luce si perdono nel freddo abbraccio della nebbia, che d’inverno è brina e d’estate è vapore. Uno spazio geometrico diviso in enormi rettangoli, dove mandrie di bufale mansuete offrono i propri capezzoli al rude tocco dei butteri. Neri uccelli acquatici dalle grandi ali le guardano stando su una sola zampa, difensori silenziosi di piccoli atolli dispersi nel nulla. La…

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Crapula Edizioni

L’ukulele verde del Vermont

Yes attraversa la piazza a passo svelto, un sole d’argento staziona nel firmamento, troppo splendente per essere detto luna. L’esame è andato bene. Sua sorella No lo aspetta ai piedi del monumento ai caduti, raccolta in un’impermeabile rosa, cuoio chiaro di ballerine, spire Marlboro Gold. Un glicine si inerpica rannuvolato. L’insegna fucsia del bar gelateria ne celebra la spumosa conversazione avvolgendone le membra in acida sacra aureola, fungo purpureo d’atomica, incruenti sbuffi di coriandolo. Una piccola colomba plana di piuma…

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La sposa

«Uagliù, inizia a fare buio» disse Giannino Mezzarecchia «torniamo a casa, altrimenti sono mazzate». Lo guardai di sguincio, piegato dentro dal ricordo della cruda cinghia, quella vecchia di cuoio consumato che il Nonno, uomo austero ma giusto, ligio a poche leggi ataviche, teneva solo per noi. «Allora? Ce ne andiamo o no?» continuò Giannino. Tutti abbassarono la testa, imitando il sole appena fuggito, lontano, dietro i colli sconosciuti. Un giorno li avremmo vissuti, quei colli, ma fuori tempo massimo, ormai:…

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L’arête
18 Marzo 2019
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Sana come un pesce
2 Gennaio 2019
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Mōch il cacciatore

È la vita che divora la vita. Antico proverbio fenicio. Da lontano la sacerdotessa parla con voce lenta a Mōch, il cacciatore fenicio. Gli chiede: «Che cosa resta?» «Un sogno», risponde Mōch. Poi aggiunge: «Gli occhi non basteranno a riportarmi indietro, a un certo punto mi volterò e sarà tutto finito. Tutto ricomincerà». «Questo tuo talento ti servirà quando anche tu passerai oltre», gli risponde la donna. «Conosciamo e non conosciamo che cosa stiamo cercando. Meglio tacere», l’ammonisce con calma…

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Variazione sul tema del ritorno
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Die Tote Mutter

Guido ha diciassette anni ed è figlio unico. Non c’è stato giorno in cui sua madre Antonia non gli abbia detto che è diverso dagli altri; lei è la sostanza nella sua vita fatta di mani che gli raddrizzano le spalle, di pantaloni bagnati di pipì e torme di pensieri. Suo padre non lo ricorda: si chiamava Claudio, era maestro d’arte all’Istituto comprensivo di Porto Viro ed è morto in un incidente d’auto quando Guido aveva un anno. Antonia non…

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Vespro

I. Hai scoperto il diario per caso. Un cliché, capita sempre così. Spalanchi l’armadio per risolvere la questione dei suoi abiti, una volta per tutte; sollevi una pila di maglioni e trovi una scatola di scarpe; la prendi e la metti da parte, accanto all’altra dozzina di scatole di scarpe, le sue. Poi, dopo un lasso di tempo incalcolabile in cui hai svuotato mezzo armadio, hai innalzato colonne di vestiti sul letto matrimoniale classificate per stagione e colore, mentre stai…

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Finsteraarhorn
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Riduzione dei resti

“Ti vedi, ti vedi vederti, ti guardi guardarti”. (Georges Perec, Un uomo che dorme) La lettera sarebbe arrivata prima o poi, era solo questione di tempo. Passavano gli anni e ogni tanto il pensiero tornava là, una persistenza nella memoria o una cambiale a lunga scadenza. Diciassette anni da quando papà è stato sepolto nel cimitero del paese. Molto tempo, se ci penso: è la vita di un ragazzo. Oppure poco, volato via senza gloria, con i cambi di ragioni…

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