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racconto

Crapula Edizioni

Finisterre. Lo strano caso dei gemelli Denis

Isola di Ouessant, 21 giugno 1909. Quando finalmente riaprì gli occhi, Etienne fu assalito dall’angoscia. La distesa del mare era nera e immobile come una lastra d’ossidiana, e il giovane ebbe un brivido al pensiero degli antichi dèi degli abissi che, nelle tenebre sotto di lui, trattenevano il fiato. Intuì che il sole doveva essere tramontato da un pezzo, e solo la nebbia rischiarava il ventre del peschereccio, emanando uno strano, ripugnante candore. Etienne cercò a tentoni il corpo del…

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Crapula Edizioni

Oltre il cancello gli antichi dèi cadono come mosche

Il giorno in cui sono morto per la seconda volta fuori dalla finestra c’era un martedì di metà marzo. Mi dissi che sarebbe stato un buon giorno per morire, quello. Nuvoloso, noioso, inutile. Nel mondo reale la gente lavorava, s’incazzava, pensava alla cena e ai figli che tornavano da scuola. Non avrebbero fatto caso a me. Non sarei finito sui titoli dei giornali locali, né tra i discorsi dei matti alla stazione. Quando qualcuno si buttava sotto a un treno,…

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Nomi senza economia

[Ti ho chiesto tante altre cose/ del cisto, del mirto, / dell’inula viscosa, /nomi senza economia. r. scotellaro] La madre la guarda con rammarico, parla e Stella le gira attorno; apparecchia il tavolo con la tovaglia bianca. La madre fa finta di seguirla ma ha nelle orecchie il bosco e il crepitio delle fiamme, l’abbaiare assillante dei cani, un temporale che ha vagolato sulle montagne senza speranza e si è sciolto in un muro d’afa, pesante sopra gli occhi. Stella…

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Crapula Edizioni

Ascensioni

Tutte le case in cui ho vissuto erano in cima a una salita o a una scala o a entrambe. Se mi concentro appena ricordo la temperatura degli androni, i corrimani in legno e in ferro, la profondità dei gradini, i codici dei portoni, lo slancio dell’ascesa. Percorrendo quelle superfici ostili le immaginavo piane, orizzontali, mentre io, inclinata ad angolo acuto, le affrontavo come controvento. Tutte le case in cui ho vissuto contemplavano le altezze e così quelle in cui…

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Crapula Edizioni

Come si usano i tacchi

Uno due tre. Uno due tre. I tacchi sul pavimento. Le porte scorrono a destra e a sinistra. Se ne vanno ondeggiando. Dietro di lei. In fondo c’è una finestra, ma ancora è solo un cerchio di luce. Le porte dell’ascensore si chiudono con un tintinnio elettrico. Lei si aggiusta la frangia e stringe la borsetta. Ne ha visti tanti di corridoi del genere, lei. Molte non sanno neanche come si cammina in un corridoio. Lei invece lo sa. È…

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Crapula Edizioni

Cazzotti e Megapinne

«Orcodìo che megapinne!» urla il vecchio seduto sulla panchina, fracassando un silenzio ovattato che durava da ore. Scatta in piedi, scatarra un grumo di muco giallo e verde, lucido e compatto come il tuorlo d’uovo, si toglie la coppola e se la stringe tra le mani, mentre osserva le moto da corsa sparire in fondo al viale, su una ruota sola. «Pure mio figlio!», ancora a voce altissima, rivolto agli altri vecchi seduti sulla panchina, «pure mio figlio lo sa…

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Crapula Edizioni

L’uomo del tempo

Fu allora che vide i due C-landestini. Ciondolavano spavaldi in mezzo alla strada, incuranti delle vetture che sfrecciavano pochi centimetri sopra le loro teste, e parlavano ad alta voce. Che fossero C-landestini lo si capiva facilmente dal design somatico, dagli abiti dozzinali tipici della loro zona d’origine, ma soprattutto dal fatto che non stavano lavorando. Vedendoli avvicinarsi, Burk provò una leggera inquietudine, subito scavalcata dall’indignazione. Che sfacciati, girare così in pieno giorno-opera all’interno della zona B, senza neanche far finta…

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Crapula Edizioni

La gelosia di re Giorgio

“A niuna persona fa ingiuria chi onestamente usa la sua ragione”. (G. B.) – Mi senti, Giorgio? Sono nel traffico. Dammi mezz’ora. Grazie. Scusa. E ti pareva, sbuffò Giorgio. Va sempre a finire così!… Poi però ricordò che quella sera almeno uno dei due doveva avere pazienza, e cercò di dominarsi. Fuori l’aria si era fatta tiepida, ma Giorgio si sentiva sempre più infreddolire sin dentro le ossa. A breve pioverà, pensò. Il marciapiede lastricato luccicava di umidità e specchiava…

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Crapula Edizioni

Gli effetti del Sashimi sui processi sinaptici dei cuochi

Il cielo smise di piangere lacrime di smog e vapore non appena ebbi posato piede sull’asfalto bagnato della pista del Narita International Airport. Senza soluzione di continuità attaccò a piangere Akiko, la hostess di terra della Fujii Airlines che mi attendeva in kimono bianco alla fine della scaletta e a cui avevo pestato sbadatamente uno dei piedini misura 34. Era dalla mia diaspora che mancavo da quella terra. Di diaspora parlo perché così ricordo di averla vissuta, anche se il…

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Crapula Edizioni

Il nome sul vetro

Quando Nichi tornò in camera e alzò le tapparelle, le sembrò di essersi appena addormentata. Le pulsava una tempia e le bruciavano gli stinchi, là dove li aveva grattati per ore usando ogni volta l’opposto tallone. Coprì la testa col piumone e lasciò che l’imbottitura soffocasse i suoi lamenti. Nichi si fermò a fissarla sulla soglia, mentre il gatto disegnava l’infinito tra le sue caviglie. «È ora», disse. «Muovi il culo.» «Non puoi andarci da solo?», disse lei. Poi aggiunse:…

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