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racconto

Crapula Edizioni

L’usuraio

A Gerardo Pio C’era una volta un usuraio malvagio che tutti odiavano, come solo si può odiare chi rappresenta tutto ciò che vorremmo essere ma che non potremmo mai diventare. Era molto ricco e prestava soldi a tutti gli abitanti della sua città. E se il debitore, dopo un mese esatto, non gli restituiva il doppio del denaro avuto in prestito, lui gli uccideva il figlio, o la figlia, o il padre, o la madre, o il fratello, o la…

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Crapula Edizioni

雪女 Yuki-Onna

Cerchiamo l’assoluto e troviamo sempre solo cose. Novalis Asleep or awake, that was the only time that I saw a being as beautiful as you. Of course, she was not a human being; and I was afraid of her, – very much afraid, – but she was so white I… Indeed, I have never been sure whether it was a dream that I saw, or the Woman of the Snow. Lafcadio Hearn, Yuki Onna (in Kwaidan, 1904) Arrivato in Germania,…

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Internacional

F. Kafka – Lettere a Milena, p22

[Praga, 13 luglio 1920] Martedì Ho qui i tuoi due telegrammi[1]; capisco, finché sono state lettere di Jarmila, non hai fatto domande sulla posta di Kramer[2], è tutto a posto, soprattutto non devi assolutamente temere che io faccia qualcosa di mia iniziativa senza prima aver avuto il tuo consenso. La cosa principale, però, è che finalmente, anche dopo una notte quasi insonne, io stia seduto davanti a questa lettera che mi risulta infinitamente importante. Tutte le lettere che ti ho…

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Crapula Edizioni

Ti mostro come

Prendi un bicchiere di vino. Te lo verso mentre i tuoi occhi sono ancora aperti, ma non del tutto. Come in quella parte del giorno in cui le forze del corpo vengono meno, ma noi resistiamo stoicamente. Davanti alle televisioni. I tuoi occhi sono fissi su di me, e nella fissità del tuo sguardo, lo sfondo sfocato delle luci fuori dalla finestra, le piccole sfere arancioni e verdi, le scie luminose dei fari, palpitano e fanno liquidi i vetri della…

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Crapula Edizioni

Nella pazienza dei giorni

Uscivano in aperta campagna ormai per abitudine perché dicevano che, tra quei campi gelati, la luce sparagnina dell’inverno sapeva cacciare fuori la forma primigenia, scarnificata e profonda di ogni essere, esaltandone contorni e colori mai visti. Almanaccavano – mentre un po’ di nebbia rimpiccioliva i margini del bosco rendendo pungente e angoscioso lo sforzo di ritrovare il principio di un sentiero – che solo quelle radure al riparo dal vento, abbandonate dai pascoli e dall’uomo, potevano trattenere un silenzio così…

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F. Kafka – Lettere a Milena, p21

[Praga, 13 luglio 1920] Martedì, un po’ più tardi Come sei stanca[1], nella lettera di sabato sera. Avrei tanto da dire a proposito della lettera, ma alla tua stanchezza oggi non dico niente, sono stanco anche io, per la prima volta dal mio arrivo a Vienna ho davvero la testa torturata dal dolore per non aver assolutamente dormito. Non ti dico niente, ti metto a sedere sulla sdraio (tu dici di non aver compiuto abbastanza gesti d’amore nei miei confronti…

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Jurassic Gentrification. Ma i Neanderthal hanno il complesso di Edipo?

Il sacerdote gli fa la domanda cruciale e lui non risponde. Si porta allora una mano all’orecchio e si aggiusta l’impianto cocleare, l’altro ripete la vuoi tu prendere in sposa? e stavolta il bestione sorride, si appoggia il laringofono alla gola e con una voce metallica dilata all’impossibile un sì-lo-voglio. Oggi Alexandra si sposa ma non sono io quello accanto a lei sull’altare. Arcate prominenti, muso allungato, bombetta in testa e divisa da granatiere napoleonico, depilato fino all’osso, cafone, lui…

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Chiromantica medica III
21 Dicembre 2018
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Album

La faccia della madre. La bambola che buttò dalla finestra. Il libro che bruciò. L’acquario che svuotò in salotto. La bambola a cui strappò le gambe. Il primo psichiatra. La tazza con cui colpì la madre. La baby-sitter poco prima che se ne andasse. La nonna materna poco prima che se ne andasse. Il padre poco prima che se ne andasse. La faccia della madre. Il gatto che infilò nel forno. Il secondo psichiatra. Il primo asilo. Il bambino che…

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Crapula Edizioni

Lo sa il cielo

Subito dopo aver letto il messaggio con cui proponevo la mia candidatura, rivoluzionando dalle fondamenta l’intera missione, Niles mi aveva telefonato e senza convenevoli mi aveva scaraventato addosso tutto il suo disappunto. Niles all’occorrenza si rivelava una pistola sempre pronta a sparare. «Cox, avevamo il sacrosanto diritto di sapere dall’inizio che sei un pazzo figlio di puttana suicida» mi aveva detto a bruciapelo. Aveva aggiunto tra un sacramento e l’altro (Niles era capace di passare, senza battere ciglio, dalla pistola…

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La musica della campagna dietro casa

Danzano uno sull’altra, lei gli cinge il collo con le braccia quanto più delicatamente le riesce – come se non volesse romperlo, come se fosse la cosa più preziosa. Le sue braccia sono il vento, lo sfiorano piano, gli accarezzano la nuca, le dita fra i capelli corti. Lui le prende i fianchi con le dita, la tiene stretta a sé, forte, in alcuni momenti le sembra di essere attraversata dai suoi polpastrelli pronti a scavarle dentro e trascinarle fuori…

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